L’abuso del diritto al nodo delle sanzioni

Pubblicato il 05 giugno 2009 Il dibattito sull’abuso di diritto continua ad alimentare le varie proposte parlamentari, con lo scopo di arginare il contenzioso sull’argomento. Ieri, a Roma, si è tenuto un confronto dal titolo “L’abuso del diritto nell’ordinamento tributario”, in cui sono emerse diverse sfumature sugli aspetti di un possibile intervento legislativo. Ma ciò che più fa discutere è l’applicabilità delle sanzioni, tanto da far sorgere due posizioni contrastanti a tal riguardo: da una parte, infatti, si schierano tutti coloro che vorrebbero limitare gli effetti al solo fine del recupero dell’imponibile, dall’altra chi ritiene necessario prevedere un’opzione aggiuntiva. Riguardo il primo schieramento, è da segnalare la proposta presentata da Maurizio Leo (Pdl), che concerne una modifica all’articolo 37-bis del Dpr 600/73, che contiene le disposizioni per contrastare l’elusione fiscale. La proposta verrà presentata alla riapertura dei lavori parlamentari e riguarda, in primo luogo, l’inapplicabilità di qualunque sanzione amministrativa o penale; garanzie per il contribuente e impossibilità dell’applicazione d’ufficio da parte del giudice. Sempre in tema di sanzioni, altri hanno ritenuto che sarebbe giusto non toglierle, ma intervenire escludendo quelle penali. Attilio Befera, direttore dell’agenzia delle Entrate, ritiene sia giusto ragionare su una norma che preveda la sanzionabilità dell’abuso anche se non a carattere penale. L’onere della prova spetta all’Amministrazione finanziaria perché è insito nell’attività di accertamento. Il contribuente, dal canto suo, deve avere invece la possibilità di portare delle controdeduzioni.
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