La mobilità non tocca solo il reparto in crisi
Pubblicato il 10 novembre 2008
La Cassazione, con la sentenza n.
26376 del 2008, nel respingere il ricorso di un istituto di vigilanza verso la sentenza di appello vinta da alcuni dipendenti licenziati per riduzione di personale, ha chiarito che non è legittima la decisione unilaterale da parte dell’azienda in crisi di collocare in mobilità solo i lavoratori impiegati nel reparto lavorativo soppresso o ridotto “trascurando il possesso di professionalità equivalente a quella di addetti ad altre realtà organizzative”. I giudici spiegano che nel progetto di ristrutturazione aziendale sorge l’esigenza di ampliare al massimo l’ambito in cui effettuare la scelta. Questo per offrire le giuste garanzie contro il pericolo di discriminazioni a danno del singolo lavoratore in cui tanto si può incorrere quanto più si restringe il campo della selezione.