La gestione Ici resta decentrata

Pubblicato il 30 gennaio 2007

Sarà di imminente pubblicazione una circolare dell’agenzia delle Entrate in cui verrà chiarito ufficialmente che nulla cambia nelle modalità di riscossione dell’Ici adottate dai Comuni. La riscossione diretta del tributo da parte dei Comuni resta, infatti, salva. I contribuenti continueranno, cioè, a versare l’imposta su conto corrente postale o bancario, o direttamente alla tesoreria comunale. Una facoltà che il comma 175 dell’articolo unico della Finanziaria 2007 sembrava aver abolito, abrogando l’articolo 59, comma 1, lettera n. del decreto legislativo 446/97. Anche dal ministero dell’Economia fanno sapere che resta garantita la libertà di scelta dei sindaci sulle modalità di riscossione dei tributi locali, in quanto permane il disposto dell’articolo 52 del Dl 446/97, sulla “potestà regolamentare generale delle province e dei comuni”. E’, dunque, opinione comune che l’intenzione del legislatore era quella di superare progressivamente le diverse forme di riscossione dell’Ici oggi adottate dai Comuni, per privilegiare il versamento tramite l’F24. Ipotesi questa, però, che non raccoglie il favore degli amministratori locali, che non credono nel risparmio che la suddetta ipotesi possa portare. Ad avere interesse a mantenere modalità differenziate di riscossione dei tributi locali non sono le grandi città, che si affidano per lo più a concessionari, ma i centri più piccoli.    

In conclusione, dunque, l’intervento previsto con non è riuscito a configurare un quadro organico di disposizioni. Nonostante l’abrogazione espressa dell’articolo 59, i Comuni dovrebbero avere, comunque, la facoltà di disciplinare la riscossione delle proprie entrate, grazie al ricorso al potere regolamentare generale previsto dall’articolo 52 del Dl 446/97. In caso contrario si andrebbe incontro ad una lesione dell’autonomia e della potestà regolamentare.

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