La Consulta dei Caf sollecita sensibilità delle istituzioni sulle riduzioni ai compensi

Pubblicato il 29 ottobre 2011 I tagli ai compensi agli intermediari per la compilazione e l'invio delle dichiarazioni dei redditi - da 16,29 a 14 euro per ogni dichiarazione inviata telematicamente dai Caf e da 32,58 a 26 euro per le dichiarazioni congiunte di marito e moglie (sarà inoltre abolito il compenso di 1,03 euro per ogni dichiarazione telematica inviata e, infine, congelato l'adeguamento Istat relativo al compenso per tre anni a partire dal 2011) – sono previsti dal Ddl stabilità, che inizierà a breve l'iter parlamentare presso le commissioni del senato. Causerebbero una riduzione del 23% degli introiti per le funzioni svolte dai Caf, che ogni anno elaborano circa 17 milioni di dichiarazioni. Rischiano, perciò, di metterli in ginocchio.

Lancia l'allarme la Consulta dei Caf, in una conferenza stampa a Roma (28 ottobre). «I 48 Caf associati della Consulta occupano circa 6 mila addetti a tempo indeterminato e circa 15 mila lavoratori stagionali, per lo più giovani e neolaureati», spiega il presidente della Consulta, Valeriano Canepari. «Di fronte a un taglio di tale entità, ci vedremo costretti a operare una pesante limitazione dei costi fissi, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e con un conseguente il peggioramento del servizio ai cittadini».

«Tra l'altro con l'entrata in vigore del redditometro - aggiunge Canepari - dare un segnale di indebolimento qualitativo in questo settore ci sembra in controtendenza».

L'alternativa - «Una strada che vorremmo a tutti i costi evitare, perché il maggiore costo graverebbe su quei contribuenti certamente più fedeli, che tipicamente si collocano nella fascia medio bassa, tenuto conto che chi si rivolge a un Caf è nella maggior parte dei casi un lavoratore dipendente o un pensionato» - potrebbe essere un aumento delle tariffe pagate dai contribuenti.

I Caf chiederanno un incontro con l'autorità politica per sensibilizzare le istituzioni.
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