750 euro per ognuno dei primi 3 anni ed in seguito 1.000 euro ad anno: è questa la quantificazione per risarcimento conseguente alla lentezza del processo.
I giudici della Corte di cassazione, nella sentenza n. 21840 del 14 ottobre 2009, hanno tradotto in euro la liquidazione riconosciuta per il danno subito da una durata eccessiva del processo, stilando una specie di tariffario.
I magistrati della Suprema Corte hanno affermato che il giudice nazionale non può discostarsi da quanto fissato dai giudici della Corte europea circa i parametri per l’equa riparazione da lentezza processuale, ai quali possono essere apportate delle deroghe in base al caso concreto; inoltre, come ha sostento la Corte di Strasburgo, nel quantificare il danno occorre considerare che la liquidazione deve avere natura satisfattiva e non deve dare luogo ad una speculazione.
Pertanto per i danni relativi per l’eccessiva durata del processo è ammesso riconoscere 750 euro per i primi 3 anni di ritardo per poi arrivare a mille euro per ogni anno successivo, in ragione dell’aggravamento del danno che si origina.
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