Jobs Act, partita chiusa. Raggiunta l'intesa sul disciplinare

Pubblicato il 14 novembre 2014 Trovata l'intesa con il gruppo Pd della Commissione lavoro della Camera, il premier Renzi chiude la discussione: il Jobs Act conterrà la previsione del reintegro in alcuni casi di licenziamenti disciplinari.

Tra le modifiche al testo del Ddl delega approvato dal Senato che hanno trovato la quadra, la più discussa riguarda i licenziamenti.

La spiega il ministro Poletti nelle pagine del Sole 24Ore: “Per le nuove assunzioni con i contratti a tutele crescenti in caso di licenziamenti economici non è più prevista la reintegra, che resta confermata per i licenziamenti discriminatori e per quelli disciplinari, se rappresentano dei casi particolarmente gravi che saranno specificati e puntualmente definiti nel decreto di attuazione”.

Quanto all'impossibilità di ricorrere alla cassa integrazione in caso di cessazioni d'attività di un ramo aziendale, la rassicurazione è che si interverrà con i decreti delegati per evitare vuoti normativi, con elementi di transizione per evitare un passaggio secco da un regime all'altro.

Intanto, il Governo incassa un'altra intesa

C'è l'accordo tra il Governo e l'Anci. La Tassa unica locale partirà dal 2015 e sarà incamerata interamente dai Comuni; l'addizionale Irpef sarà sostituita dalla sovraimposta statale con clausola anti-rincari.

Sulla local tax si spiega che l'aliquota di base per le abitazioni principali sarà più alta della Tasi, ma le detrazioni standard agiranno sulle case di valore medio-basso. Probabilmente rimarranno esenti coloro che non pagavano già Imu e Ici.
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