La Corte di cassazione, con la sentenza n. 22171 del 3 settembre 2008, ha chiarito che il prestanome di una società paga la maggior Irpef se dall’indagine della Guardia di Finanza emerge un fatturato più alto di quello dichiarato dall’impresa. Non rileva la circostanza che fosse un “uomo di paglia”, anzi, si presuppone che abbia partecipato alla divisione degli utili. I giudici di legittimità hanno precisato che ha valore giuridico solo la posizione ufficiale risultante dagli atti e che il contribuente potrà “rivalersi in sede civile sull’effettivo responsabile, avvalendosi della dichiarazione da quest’ultimo resa nel procedimento penale”.
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