XXXIII Congresso nazionale forense

Pubblicato il 07 ottobre 2016

Diversi i temi affrontati dal Presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin, nella relazione di apertura dei lavori del XXXIII Congresso nazionale forense in corso a Rimini (6 – 8 ottobre 2016).

Equo compenso per avvocati

Mascherin pone innanzitutto l’accento sull'impegno del Cnf – attraverso la messa a punto di un apposito disegno di legge – per garantire agli avvocati un equo compenso nei rapporti con i clienti più forti (quali banche o aziende), eliminando le clausole vessatorie.

Auspica inoltre una maggiore presenza degli avvocati nei consigli giudiziari, con possibilità di loro giudizio nella valutazione dei magistrati.

No estensione rito sommario e competenze Gdp

Dal Cnf arriva poi massima apertura verso l’espansione di forme di risoluzione stragiudiziale delle controversie, sul modello della negoziazione assistita. Ma senza che ciò comporti da parte della politica – puntualizza tuttavia – nuove improvvisazioni sul processo civile, quali la drastica estensione il rito sommario di cognizione o delle competenze dei giudici di pace.

Confronto rappresentanza Avvocatura

Ancora, tema chiave di questa sessione del Congresso è il dibattito sulla rappresentanza politica dell’avvocatura e, più precisamente, sull'estinzione/superamento dell’Organismo unitario dell’avvocatura, per andare verso forme di rappresentanza che vedono maggiormente coinvolti gli Ordini, nonostante l’aperto dissenso di Mirella Casiello, Presidente del medesimo Oua.

Netta inoltre la diffidenza della stessa Casiello verso l’assunzione di peso politico da parte dei Consigli dell’Ordine e del Cnf . Mentre il Presidente Mascherin rivendica il fondamentale ruolo politico dei primi sul territorio ed una maggiore valorizzazione del Congresso, quale soggetto chiamato al rispetto ed all'esecuzione delle decisioni dell’assise forense.

Cassa forense Più welfare ed investimenti in economia reale

Interviene al XXXIII Congresso anche il Presidente della Cassa forense Nunzio Luciano, secondo cui l’Avvocatura è alle prese con significativi processi di trasformazione. Cosicché la Cassa si vede costretta a dare risposte concrete e tempestive alle problematiche che quotidianamente affliggono migliaia e migliaia di iscritti, agendo in particolare su quattro aree fondamentali: professione, situazione di bisogno, salute e famiglia. Il tutto, con differente approccio metodologico, ossia, accrescendo gli investimenti nell'economia reale, con intento di incrementare il protagonismo delle libere professioni.

Fotografia su avvocati

Luciano si sofferma altersì sul bilancio sociale dell’Ente pensionistico forense (assieme alla rendicontazione dei dati riguardanti i legali), che fornisce una chiara “visione d’insieme” della categoria.

Contrazione guadagni

Ciò che emerge, è la forte contrazione dei guadagni degli avvocati, arrivati a dichiarare soli 37 mila euro annui a fronte del 51.000 del 2007 (prima della crisi globale).

Lievitano gli iscritti 

Netta inoltre la trasformazione della platea di iscritti, praticamente lievitati tra il 2014 ed il 2015 (con oltre 50.000 unità in più) per l’entrata in vigore dell’art. 21 Legge 247/2012, secondo cui la sola iscrizione all'Albo comporta il passaggio alla Cassa. Così generando redditi inferiori ai minimi previsti per l’iscrizione obbligatoria (10.300 euro), prima sottoposti alla gestione separata Inps.

Avvocati più giovani

La fotografia illustrata a Rimini evidenzia altresì una progressiva avanzata di avvocati “giovani”, con il picco di iscritti che si collocano nella fascia tra i 40 ed i 44, seguiti da coloro che hanno tra i 35 ed i 39 anni.

Allarme Inps

Infine, sempre nel corso del XXXIII Congresso, il Presidente del Cnf Mascherin condivide l’allarme lanciato da molti avvocati nel mirino dell’Inps. L’istituto ha difatti inviato avvisi bonari a numerosi avvocati iscritti d’ufficio alla gestione separata Inps, per aver prodotto redditi – nel periodo ante riforma - assoggettati al solo obbligo di versamento del contributo integrativo del 4% alla Cassa forense, con esclusione dell’obbligo di versamento dei contributi soggettivi, come da Regolamento della medesima Cassa. Contributi che, però, secondo l’Inps, gli avvocati avrebbero dovuto versare alla gestione separata.

A fronte dei numerosi contenziosi, pur risoltisi in molti casi a favore degli avvocati, la categoria chiede appositi interventi alle istituzioni. 

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