Intelligenza artificiale e controlli fiscali: cosa c’è sapere

Pubblicato il 13 giugno 2023

Si parla sempre più spesso di “intelligenza artificiale (AI)” applicata ai vari campi della vita. Si tratta di una tecnologia di base che consente di simulare i processi dell'intelligenza umana attraverso la creazione e l'applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico.

Tale tecnologia è menzionata anche dall’Agenzia delle Entrate la quale la cita come strumento operativo utilizzato per effettuare controlli fiscali più attenti.

Per fare questo ci si serve di:

L'Agenzia delle entrate informa i contribuenti sull'uso dell'Intelligenza Artificiale in chiave antievasione, attraverso una serie di Faq esplicative presenti nella sezione “Analisi basate sui dati dell'Archivio dei rapporti finanziari”.

In particolare, in tale analisi si tratta di attività che prendono in considerazione i dati personali dei cittadini e, quindi, va analizzato il loro trattamento.

L’amministrazione finanziaria comunica di aver progettato un sistema per individuare i contribuenti che presentano un elevato livello di rischio di evasione, di frode o di elusione fiscale; tale sistema si basa su strumenti innovativi come l’intelligenza artificiale, che, come abbiamo detto, necessita di trattare dati personali.

Quindi l’informativa resa in forma semplificata dall’Agenzia offre un panorama di come saranno usati i dati personali del contribuente.

Intelligenza artificiale per cercare forme di evasione

L’AE dunque afferma che i nuovi sistemi di intelligenza artificiale tendono ad individuare i contribuenti che presentano un elevato rischio di evasione, di frode o di elusione fiscale.

Un primo punto focalizzato dalle Entrate è che se si ravvisa un possibile livello elevato di rischio di evasione o di elusione fiscale, tale informazione costituisce solo un punto di partenza per ulteriori verifiche.

Dunque, questo non significa che si dia seguito ad un controllo, ma ogni posizione verrà riesaminata da strutture periferiche che vaglieranno se, secondo la normativa, è il caso avviare un’attività istruttoria.

Anche con l’utilizzo dell’AI (Intelligenza artificiale) rimane ferma la possibilità di fornire tutti gli elementi utili a giustificare l’anomalia individuata.

Dati utilizzati

Le Entrate spiegano che i dati dei contribuenti saranno attinti da due categorie di archivi ai quali l’accesso è consentito per legge:

Non vengono utilizzati mai i dati quali la razza, l’orientamento religioso o le opinioni politiche.

Dove vengono immessi i dati

I dati raccolti sono inseriti in un database interno dell'AdE, chiamato “Dataset di Analisi”.

NOTA BENE: i dati vengono inseriti nel Dataset di Analisi con uno pseudonimo; non vi saranno indicazioni su nome e cognome e altri dati identificativi della persona.

Come si arriva a decretare un livello di rischio di evasione, di frode o di elusione fiscale?

I funzionari dell’Agenzia controllano i dati raccolti nel Dataset di Analisi e utilizzando una serie di strumenti informatici arrivano ad un determinato risultato.

ATTENZIONE: Se viene riscontrato un livello di rischio particolarmente alto, si provvederà ad inserire i dati in un secondo database interno il “Dataset di Controllo”. In tale ipotesi, non ci si avvarrà dello pseudonimo.  

Ma ancora tutto ciò rimane un punto di partenza per eventuali approfondimenti successivi, condotti dalle vari Direzioni Regionali e Provinciali.

Tempo di conservazione dei dati

Le Faq informative delle Entrate avvertono che i dati saranno conservati a partire dall’anno fiscale a cui si riferiscono fino al secondo anno successivo a quello in cui matura la decadenza della potestà impositiva. Dopo, i dati saranno cancellati.

E’ prevista una conservazione più lunga qualora debba essere definito un eventuale procedimento giurisdizionale, oppure per rispondere a richieste già pervenute da un’Autorità Giudiziaria.

Chi tratta i dati

Agenzia delle Entrate e da Sogei sono abilitati a trattare i dati che l’AI produce.

Circa i diritti che hanno i contribuenti in tale materia il riferimento è al decreto Mef del 28 giugno 2022, riguardante il trattamento dei dati contenuti nell'archivio dei rapporti finanziari.

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