Con sentenza n. 1222 del 14 gennaio 2009, la IV sezione penale della Cassazione ha annullato la sentenza di condanna impartita ad un uomo dai giudici di merito per aver questi coltivato, nel suo terreno, 23 piantine di cannabis. I giudici di legittimità, dopo aver spolverato una vecchia sentenza della Consulta (360/95) secondo cui la coltivazione di sostanze stupefacenti era punibile solo ove ci fosse stato un reale pericolo per la salute, hanno escluso la rilevanza penale del fatto in quanto l'uomo era stato sorpreso prima che le piante avessero concluso il clclo annuale di maturazione; infatti, conclude la Corte, “non è rilevabile l'effetto stupefacente in una pianta il cui ciclo non si è completato e che quindi non ha prodotto sostanza idonea a costituire oggetto del concreto accertamento della presenza dei principi attivi”.
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