In occasione dell'audizione relativa all'indagine conoscitiva sulle possibili semplificazioni fiscali, che si è tenuta l'8 marzo scorso presso la Commissione parlamentare per la semplificazione, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha espresso le proprie osservazioni riguardo ad un tema così attuale.
Il documento contenente l’indagine conoscitiva condotta dal Cndcec sulle possibili semplificazioni nel settore fiscale è stato trasmesso agli Ordini territoriali con informativa n. 13/2017.
Secondo il Consiglio nazionale, uno Stato alla continua ricerca di risorse finanziarie e già gravato da un pesante debito pubblico è costretto a ricorrere costantemente alla leva fiscale, con inevitabili ricadute sulla normativa in materia e con altrettanti appesantimenti degli adempimenti a carico dei contribuenti. Ne deriva che la necessaria azione di snellimento dei suddetti adempimenti e il contrasto all'evasione fiscale non possono prescindere da una radicale semplificazione del settore fiscale.
Il Cndcec si è da sempre fatto portavoce di questo processo di effettiva semplificazione fiscale sia sotto il profilo normativo che di quello delle procedure applicabili e degli adempimenti a carico dei contribuenti. Allo stesso tempo, il Consiglio nazionale ha anche, molte volte, denunciato una tendenza a “scaricare” sui cittadini e indirettamente sui professionisti che li assistono, i costi e le complessità procedurali che il processo di semplificazione inevitabilmente comporta, basti pensare al moltiplicarsi degli obblighi comunicativi nei confronti del Fisco derivanti dalla dichiarazione precompilata, dalle CU e dalle comunicazioni al Sistema tessera sanitaria, ecc..
Nella sua indagine conoscitiva presentata alla Commissione per la semplificazione fiscale, il Cndcec ha illustrato i principali ambiti di intervento sui quali si dovrebbe andare ad agire in un ottica di semplificazione.
L'introduzione in Italia del Fisco telematico ha rappresentato una vera rivoluzione, delineando una realtà che non ha eguali a livello internazionale. Per i contribuenti e i professionisti che li assistono sono, però, aumentati notevolmente gli adempimenti da doversi effettuare mediante tale servizio telematico.
Le spese risparmiate dal Fisco nel reperire le maggiori informazioni, che ora ha a disposizione, sono quindi state traslate sulle imprese e sui commercialisti
Riguardo al nuovo spesometro, il Cndcec evidenzia come quest'ultimo non risponda alle esigenze di semplificazione fiscale e, pertanto, andrebbe modificato.
La nuova normativa, infatti, ha portato ad un moltiplicare degli obblighi comunicativi relativi allo “spesometro”, basti pensare che questo adempimento - prima previsto con cadenza soltanto annuale - è ora semestrale/trimestrale; senza contare poi il fatto che lo stesso è stato anche reso più complesso.
Esaminando altre specifiche tematiche, quali la informatizzazione del Fisco e la fatturazione elettronica tra privati, il Cndcec ha espresso parere positivo, pur suggerendo importanti interventi normativi che potrebbero favorire la loro semplificazione.
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