In arrivo il decreto del Mef con la nuova “black list”. A rischio Svizzera e San Marino

Pubblicato il 14 ottobre 2010

Rientra tra le disposizioni della Manovra estiva (DL 78/2010, convertito nella legge 112/10) quella di demandare al Ministero dell’Economia e delle Finanze la redazione di una lista dei paesi a rischio di riciclaggio. In quest’ottica, è in procinto di riunirsi il Comitato di sicurezza finanziaria che dovrebbe, proprio nella giornata di oggi, 14 ottobre 2010, stilare la lista dei paesi ad alto rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo oppure caratterizzati dalla mancanza di un adeguato scambio di informazioni anche in materia fiscale. Si tratta, nello specifico di una nuova “black list”, che si va ad aggiungere alle tre precedenti del 1999, del 2001 e 2002.

Il decreto del Mef, dando attuazione alle disposizioni antifrode dell'articolo 36 del Dl 78/2010, dovrebbe disciplinare, nello specifico, gli appalti internazionali e le fiduciarie. Riguardo a queste due nuove categorie sotto controllo, il decreto prevederà che le imprese di questi nuovi paesi considerati a rischio riciclaggio per operare in Italia dovranno mettere a disposizione una serie di informazioni aggiuntive. In particolare, per gareggiare nel nostro Paese, le aziende dei paesi le cui legislazioni non garantiscono un’adeguata trasparenza dovranno fornire alcuni documenti integrativi tramite procedure standard. Tutto ciò per non penalizzare ancora di più le imprese appartenenti ai paesi “white”. Per tali ragioni, le imprese dei paesi considerati a rischio devono indicare, tra le altre cose, chi è l’effettivo titolare.

La questione che sta facendo maggiormente discutere è che anche le aziende e le fiduciarie di Svizzera e San Marino potrebbero rientrare nella nuova lista dei paesi “black”, dovendo così attivarsi al più presto a fornire tutte le informazioni necessarie anche in materia fiscale, al fine di scongiurare il pericolo di essere definite “a rischio riciclaggio”. Il problema per ciò che riguarda i due paesi candidati “black” confinanti, interessa soprattutto le fiduciarie che, se non si adatteranno presto alle nuove condizioni dell’ordinamento italiano, non potranno più operare nel nostro Paese.

Tutti gli operatori interessati dall’antiriciclaggio (dottori commercialisti, Poste, intermediari finanziari, case d'asta, società di riscossione tributi, notai, avvocati e i revisori contabili) dovranno, quindi, prestare particolare attenzione nello stringere rapporti professionali con i soggetti residenti negli stati che entreranno a far parte della nuova black list . Particolare cura sarà necessaria con riguardo ai rapporti che, in maniera diretta o indiretta, verranno stretti con società fiduciarie, trust, società anonime o controllate attraverso azioni al portatore aventi sede nei paesi individuati dal decreto.

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