Il rogito per la casa comprata in un’altra città si fa in videoconferenza

Pubblicato il 05 luglio 2010 Cambia in toto l’attività negli studi notarili. Con il varo da parte del Consiglio dei Ministri il 24 giugno scorso del decreto legislativo, in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che dà attuazione alla delega contenuta nella legge n. 69 del 2009 relativa all’ordinamento del notariato, sarà consentito ai professionisti in questione redigere atti pubblici in formato elettronico, con estensione della firma digitale agli stessi atti. Rimangono ferme le garanzie di sicurezza che connotano gli atti provenienti dal notaio.

Il provvedimento dispone che saranno le parti a decidere se stipulare l’atto pubblico mediante carta o in formato elettronico, che avranno la stessa valenza. Il privato non sarà costretto ad avvalersi della firma digitale, ma sarà sufficiente una firma elettronica non qualificata, ovvero una scansione della firma autografa.

D’ora in poi il notaio potrà leggere l’atto redatto al computer per poi farlo sottoscrivere elettronicamente ai clienti e quindi firmarlo lui stesso con la smart card contenente la firma digitale. Anche all’atto formato digitalmente potranno essere allegati documenti, che se cartacei, saranno trasformati in formato elettronico.

Questo metodo permette, tra l'altro, di effettuare un rogito per la compravendita della casa anche a distanza senza che le parti si rechino presso lo stesso notaio; in questo caso i notai e le parti colloquieranno tramite l’utilizzo di strumenti di videoconferenza. Le firme dei privati, autenticate da quella dei notai saranno trasferite in via reciproca elettronicamente.

Anche tutti gli adempimenti di attribuzione notarile che seguono la stipula dell’atto potranno eseguirsi in via elettronica: registrazione, trascrizione, ecc. Ai clienti potrà essere consegnata sia una copia cartacea che un supporto informatico che spedita una e-mail certificata.

La conservazione dell’atto notarile elettronico è consentita da una struttura informatica predisposta dal Consiglio nazionale del Notariato, la quale la gestisce anche nel caso in cui il professionista cessi l’attività. In questo caso gli atti verranno trasferiti e custoditi nell’archivio notarile distrettuale.

Tutto questo, se da una parte semplifica le necessità dei privati, dall’altra comporta un grande sforzo di adeguamento degli studi notarili, finora improntati a svolgere le pratiche usando il mezzo cartaceo, all'utilizzo della procedura elettronica.
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