Il matrimonio non può dirsi accettato solo in considerazione della prolungata convivenza
Pubblicato il 10 febbraio 2012
La Corte di cassazione, con la sentenza n.
1780 del 2012, ha confermato la decisione con cui la Corte d’appello aveva delibato la decisione di annullamento di un matrimonio disposta dalla Sacra Rota per riserva mentale del marito.
La coniuge si era opposta a detta statuizione sull’assunto che la prolungata convivenza, dopo le nozze viziate, doveva essere considerata come espressione dell'accettazione del matrimonio da parte del marito; la sua tesi, peraltro, risultava suffragata da una precedente giurisprudenza di legittimità espressamente dalla stessa richiamata.
Tali doglianze, tuttavia, non hanno convinto la Suprema corte secondo cui è ben diversa la scelta di condividere la casa rispetto a quella di condividere la vita.