Il legale rappresentante non ha interesse ad impugnare l’atto di accertamento

Pubblicato il 08 giugno 2012 Secondo la Corte di cassazione – sentenza n. 9282 depositata il 7 giugno 2012 – il legale rappresentante della società contribuente non è legittimato, per difetto di interesse, ad impugnare l’atto di accertamento relativo ai redditi dell’azienda che gli venga notificato personalmente; è diverso, infatti, il soggetto nei confronti del quale l’atto è stato emesso. In questo caso, la carenza di interesse è rilevabile anche d’ufficio in ogni stato e grado del processo ai sensi dell’articolo 100 del Codice di procedura civile.

E’ tuttavia possibile che la persona che abbia la legale rappresentanza possa impugnare l’eventuale avviso di mora con il quale l’esattore inizi l'azione di riscossione nei suoi confronti, e ciò al fine di contestare il rapporto di rappresentanza e la propria responsabilità.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Misura Marchi+ 2024, sportello chiuso per esaurimento risorse

27/11/2024

Correttivo al processo civile: modificato il rito unificato persone, minori e famiglie

27/11/2024

Fiducia al Decreto flussi: convalida di trattenimento alla Corte d'appello

27/11/2024

Cig settore moda, al via le domande

27/11/2024

Fondo Nuove Competenze: nella terza edizione anche bonus per disoccupati e stagionali

27/11/2024

Acconto IVCA 2024: nuova imposta sul valore delle cripto-attività

27/11/2024

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy