Il Senato ha votato sì alla fiducia: il Ddl n. 1354 omnibus, che veicola il decreto crescita (n. 34/2019) modificato, è legge.
L’approdo in Gazzetta, con i suoi 117 articoli, dovrebbe avvenire il 29 giugno 2019 con l’entrata in vigore già dal 30.
Molte le misure fiscali, che spaziano tra conferma del super-ammortamento, revisione mini Ires, proroga della rottamazione e saldo e stralcio, modifiche al regime dei forfetari, mini-tassa agli sportivi ed ecoincentivi.
Le fatture elettroniche dovranno essere emesse entro 12 giorni (non più 10) dal momento dell’effettuazione dell’operazione di cessione del bene o di prestazione del servizio.
Tra le misure confermate con la conversione ci sono anche i nuovi calendari:
Misure subito operative:
A regime, a decorrere dal 2023, la riduzione dei premi e contributi Inail già previsto per gli anni 2019-2021. Resta fuori, dunque, il 2022.
La maggiorazione della deducibilità da Ires e Irpef è di 10 punti per il 2019 (già in sede di acconto con il metodo previsionale per il 2019), perciò passa al 50%, di 20 per il 2020 e 2021 (60%), di 30 per il 2022 (70%) e deducibilità totale per il 2023 (100%).
Il contratto di espansione, sperimentale fino al 2020, prende il posto dei contratti di solidarietà espansiva: aiuterà le imprese con più mille unità lavorative che si trovino ad affrontare un progetto di riorganizzazione con ammortizzatori sociali. Di contro avranno l’obbligo di nuove assunzioni a tempo indeterminato e la riqualificazione del personale.
Dal presidente del Cndcec, Massimo Miani, il commento di estremo favore per la conversione: “Con la definitiva approvazione del decreto crescita sono state finalmente recepite alcune proposte di semplificazione fiscale che il Consiglio nazionale dei commercialisti ha da tempo formulato nelle varie sedi istituzionali. Un fatto positivo che speriamo sia il primo segnale concreto di un approccio più attento della politica alle istanze della categoria”.
Per Miani, tuttavia, è soltanto un primo passo: "c’è ancora tanta strada da percorrere sulla rotta della semplificazione, come purtroppo testimoniano le recenti vicende relative agli Isa”.
Tra le norme più gradite, Miani indica “la possibilità per i professionisti di rilasciare ai propri clienti un impegno unico pluriennale per tutti gli adempimenti dichiarativi e comunicativi da effettuare per loro conto, che può essere contenuto anche nello stesso mandato professionale”.
Quanto agli Isa, il presidente Cndcec spiega: “La proroga al 30 settembre concede una boccata d’ossigeno ai nostri colleghi ed è tanto più apprezzabile perché, una volta tanto, arriva non all’ultimo minuto ma con congruo anticipo. In ogni caso le difficoltà legate agli Indici sintetici di affidabilità restano in campo. Per questo crediamo che rendere meramente facoltativa la loro applicazione e la compilazione dei relativi modelli per il corrente anno, sarebbe una soluzione utile e razionale. In alternativa alla facoltatività potrebbe essere valutata l’ipotesi di riprendere l’idea dello spostamento degli adempimenti dichiarativi prevista dal Ddl Ruocco al 30 novembre, portando a quella data i versamenti richiesti dagli Isa”.
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