Il contratto a tutele crescenti analizzato dai CdL

Pubblicato il 08 gennaio 2015 La Fondazione Studi dei CdL, con la circolare n. 1 del 7 gennaio 2015, ha analizzato il contratto a tutele crescenti del Jobs Act, alla luce dello schema di decreto legislativo approvato dal CDM il 24 dicembre scorso che intende regolamentare la materia dei licenziamenti per i soggetti assunti a tempo indeterminato, ponendo quindi una disciplina alternativa all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Licenziamenti nulli

Evidenzia la circolare che la disciplina prevista per il licenziamento discriminatorio, nullo e intimato in forma orale riproduce sostanzialmente i primi tre commi dell’art. 18, Legge n. 300/1970, come modificato dalla Legge n. 92/2012, e quindi, la conferma del regime di tutela reintegratoria piena.

Per quanto concerne quello che viene definito “opting unilaterale”, i CdL evidenziano come la norma riproduca nella sostanza il diritto all’indennità sostitutiva della reintegrazione riconosciuto al lavoratore già dalla normativa vigente.

Rispetto al passato si segnala il superamento dell’orientamento giurisprudenziale che subordinava, la cessazione degli obblighi incombenti sul datore di lavoro in conseguenza della declaratoria di illegittimità del licenziamento, non tanto alla dichiarazione, quanto al momento dell’effettivo pagamento dell’indennità.

Pertanto, prevedendo, il nuovo schema, la risoluzione del rapporto di lavoro al momento della richiesta, è da ritenersi che da tale momento non debba essere più maturata l’indennità risarcitoria.

Altre questioni

La circolare si occupa inoltre di:

- licenziamento disciplinare ed economico;

- indennità risarcitoria;

- tutele crescenti nelle piccole aziende;

- la nuova conciliazione volontaria;

- organizzazioni di tendenza;

- vizi formali e procedurali;

- rito applicabile;

- profili economici del contratto a tutele crescenti.

Contratto di ricollocazione

Viene evidenziato, infine, l’introduzione stabile nel nostro ordinamento del contratto di ricollocazione - già presente nella legge di Stabilità 2014 – che si prefigge di favorire il reinserimento del lavoratore nel tessuto produttivo.
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