Il conto in banca non fa la prova

Pubblicato il 10 febbraio 2009

La Corte di cassazione, con la sentenza n. 5490 del 6 febbraio 2009, ha annullato, con rinvio, una condanna per omessa dichiarazione impartita ad un imprenditore milanese sulla base della titolarità di due conti correnti bancari sui quali erano stati eseguiti diversi versamenti. In particolare, sottolineano i giudici di legittimità, le verifiche sui conti bancari non bastano per condannare il professionista o l'imprenditore per evasione o per un altro reato fiscale. Ed infatti, la presunzione secondo cui i versamenti nel conto corrisponderebbero ai ricavi dell'attività vale soltanto in sede civile per il recupero dell'imposta mentre, nel processo penale, il giudice deve sempre motivare le ragioni per cui “i dati della verifica sui conti” sono attendibili.

Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Start-up e PMI innovative: nuovo codice tributo per tax credit sugli investimenti

29/04/2025

Confisca edilizia: l’ipoteca del creditore estraneo non si estingue

29/04/2025

Ultimi giorni per presentare la Dichiarazione IVA 2025

29/04/2025

Molestie in azienda: formazione dei datori di lavoro e dirigenti

29/04/2025

Avvocati: la proposta di riforma dell’ordinamento forense

29/04/2025

Memorandum: scadenze lavoro dal 1° al 15 maggio 2025 (con Podcast)

29/04/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy