Il «41bis» allunga i tempi e diventa più severo

Pubblicato il 07 novembre 2008
In commissione Giustizia è stato approvato, con un'intesa tra maggioranza, opposizione e governo, un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza che vede inasprito il regime del carcere duro (41-bis) a cui sono sottoposti i più pericolosi soggetti appartenenti alla criminalità organizzata. Grazie all'emendamento, viene aumentato, da due a quattro anni, il periodo di assoggettamento al regime carcerario speciale. Al Tribunale di sorveglianza di Roma è attribuita la competenza funzionale esclusiva a decidere dei ricorsi contro tali provvedimenti, per i quali è sostanzialmente invertito l'onere della prova. Sono previste anche delle norme più restrittive per impedire che dalle carceri i detenuti boss possano esercitare il loro potere sul territorio. L'emendamento introduce anche una fattispecie autonoma di reato (art. 391-bis c.p.) che punisce, con la reclusione da uno a quattro anni, chiunque permetta ad un detenuto, sottoposto a regime del carcere duro, di comunicare con altri.
Il disegno di legge verrà sottoposto, nel corso della prossima settimana, all'esame del Senato.
Allegati
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

CCNL Servizi assistenziali Agidae. Ipotesi di accordo del 10/1/2025

20/01/2025

Periodo di comporto legato a indennità INAIL: legittimo per la Cassazione

20/01/2025

Servizi assistenziali Agidae. Rinnovo Ccnl

20/01/2025

Disabilità e invalidità: procedura più snella per accertamenti e revisioni INPS

20/01/2025

Rateizzazione fiscale 2025: guida operativa alle nuove regole, modalità e opportunità

20/01/2025

Novità valutarie, denaro contante sottoposto a verifica

20/01/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy