Governo-sindacati, confronto su cassa Covid e licenziamenti

Pubblicato il 02 novembre 2020

Si accende il dibattito tra Governo e sindacati in merito al blocco dei licenziamenti e alla cassa Covid. Come noto, il recente “Decreto Ristoro” (D.L. n. 137/2020) ha prorogato il divieto di licenziare fino al 31 gennaio 2020 e differito la cassa integrazione per ulteriori 6 settimane. Secondo Cgil, Cisl e Uil non basta: occorre prolungare il blocco dei licenziamenti fino alla fine di marzo e concedere la Cig Covid gratuita alle imprese.

Nell'incontro del premier Giuseppe Conte con i leader di Cgil, Cisl e Uil, assieme ai ministri di Lavoro, Economia e Sviluppo economico, rispettivamente Nunzia Catalfo, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, si è giunti alla conclusione di:

Le misure, con ogni probabilità, saranno inserite nella prossima Legge di Bilancio.

Governo-sindacati, nuova cassa Covid

Le nuove 12 settimane di Cassa Covid saranno tutte gratis per le imprese, a differenza delle prime sei  previste dal “Decreto Ristori”, che invece sono a carico delle aziende se hanno subito un calo di fatturato inferiore al 20% (mentre sono gratuite per perdite di fatturato superiori e per quei datori interessati dalle misure restrittive dell’ultimo Dpcm).

Governo-sindacati, stop ai licenziamenti

Il divieto di licenziare i dipendenti durante lo stato di emergenza è stato recentemente prorogato fino al 31 gennaio 2020 dal “Decreto Ristori”.

Ora, dopo le richieste dei sindacati, il Governo è intenzionato a prorogare il blocco dei licenziamenti fino al 21 marzo 2021. Da quanto si apprende la misura manterrebbe anche le attuali deroghe, ossia la possibilità di stipulare accordi aziendali con i sindacati più rappresentativi di incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro (con l’assenso, quindi, del lavoratore interessato), o in caso di cessazione d’attività o di fallimento aziendale.

Riforma ammortizzatori sociali, cantiere aperto

Da questa settimana - ha annunciato il ministro Catalfo - prende il via il confronto con le parti sociali per la riforma degli ammortizzatori sociali e il rafforzamento delle politiche attive del lavoro. L’obiettivo è avere strumenti per la presa in carico di quanti perderanno il lavoro quando terminerà il blocco dei licenziamenti, e il sostegno all’occupabilità.

Cig Covid, oneri non sostenibili

Infine, Confindustria ha sottolineato che le imprese stanno continuando a pagare i contributi per la cassa integrazione pur non utilizzandola, visto che il 98% dei 3 miliardi di ore autorizzate dall’INPS sono per la Cig “emergenza Covid”. Si tratta, in particolare, delle aziende che hanno avuto un calo di fatturato inferiore al 20%.

Anche il “Decreto Ristori” ha prorogato la CIG d’emergenza per altre 6 settimane (fruibili dal 16 novembre 2020 al 31 gennaio 2021), con modalità parzialmente onerosa.

Si tratta di un paradosso della norma che vede penalizzati i settori, come l’industria manifatturiera o l’edilizia, che hanno un “contatore” dei propri ammortizzatori attivo, e spesso hanno finito per pagare i sussidi ad altri settori non coperti.

Per Confindustria “non ha senso imporre un contributo addizionale in caso di utilizzo degli ammortizzatori, mentre si continua a prorogare il divieto di licenziamento”. In altre parole “se il blocco dei licenziamenti va avanti, l’accesso alla cassa Covid non deve prevedere aggravi di costi per le imprese”.

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