Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha illustrato al Parlamento le linee programmatiche e il disegno di riforma della giustizia che intende porre in essere nel corso del suo ministero. Lo ha fatto in due audizioni, tenute l’11 luglio 2018, presso le Commissioni Giustizia di Senato e Camera.
In primo luogo, il Guardasigilli ha parlato di lotta alla corruzione, annunciando misure che investono la dimensione investigativa e la definizione giuridica e processuale del fenomeno corruttivo.
Per quanto riguarda il profilo prettamente sostanziale, ha fatto riferimento ad una “rivisitazione” delle pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per alcuni reati contro la pubblica amministrazione e dell’incapacità a contrattare con questa in presenza di questi reati. L’idea è di allargarne l’ambito applicativo oggettivo anche al corruttore.
Relativamente all’individuazione ed emersione del fatto corruttivo, è allo studio la possibilità di fornire supporto alle attività di indagine mediante l’utilizzo dell’agente sotto copertura.
Sul fronte delle intercettazioni, Bonafede ha ribadito di non condividere il contenuto del Decreto legislativo n. 216/2017, varato dal precedente Governo, ritenendo che il medesimo non riesca a garantire un effettivo contemperamento degli interessi in gioco.
Sul punto, il Guardasigilli ha reso noto di aver sollecitato le procure distrettuali e il Consiglio Nazionale Forense al fine di ricevere un primo contributo su cui cominciare a lavorare per la riscrittura della normativa.
Dopo un richiamo agli obiettivi della competitività e semplificazione dei processi, il ministro ha annunciato il progetto di una riforma seria ed equilibrata in tema di prescrizione, definita “una priorità irrinunciabile per incrementare il grado di fiducia con cui i cittadini si rivolgono all’istituzione giudiziaria”.
Tra le opzioni d’intervento, allo studio del dicastero, è stato fatto cenno alla sospensione della decorrenza del termine di prescrizione dopo che sia stata emessa una sentenza di primo grado.
Come intervento di riforma del processo civile, il Guardasigilli annuncia azioni volte ad “asciugare” l’attuale rito esistente, illustrando, come misura esemplificativa, la cancellazione dell’atto di citazione come atto introduttivo, facendo rimanere soltanto il modello del ricorso.
Segnalata, a seguire, la centralità del tema del diritto fallimentare e la necessità di una riforma organica dell’intera materia dell’insolvenza e delle procedure concorsuali.
Tra gli altri temi menzionati dal ministro c’è la legittima difesa, istituto con riferimento al quale viene ricordata la rilevata necessità, contenuta nel contratto di Governo, di intervenire “per eliminare le zone d’ombra che attualmente rendono più difficile il percorso attraverso cui un cittadino che si è legittimamente difeso possa provare la propria innocenza”.
Per quanto riguarda, infine, la riforma carceraria, Bonafede evidenza che l’obiettivo dell’azione legislativa e dell’amministrazione della giurisdizione, nell’ottica dell’Esecutivo, è quello di riuscire a far convivere armoniosamente i principi di certezza della pena e della finalità rieducativa della pena medesima.
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