Garanzie degli enti bilaterali estese a tutti i lavoratori

Pubblicato il 16 dicembre 2010 Con una circolare interpretativa, che porta la data del 15 dicembre 2010, il ministero del Lavoro torna sulla spinosa questione riguardante l’obbligo di iscrizione agli enti bilaterali da parte dei datori di lavoro, con relativo obbligo di versamento della contribuzione. L’intervento del Ministro Sacconi si è reso necessario dopo i numerosi interpelli giunti al Dicastero, in cui si chiedeva di far chiarezza circa il carattere del versamento contributivo ai citati enti bilaterali, soprattutto da parte dei datori di lavoro e imprese non aderenti al sistema della bilateralità.

La circolare di ieri precisa che non è previsto alcun obbligo da parte dei contratti collettivi, né tantomeno da parte della legge, di adesione agli enti bilaterali. Dunque, le clausole dei CCNL che riconoscono a un lavoratore il diritto a fruire di alcuni servizi previsti dagli enti bilaterali anche se il datore di lavoro decide di non iscriversi agli stessi enti si devono considerare legittime. In altri termini, in virtù del principio di libertà sindacale negativa, si conferma la posizione secondo cui i datori di lavoro sono liberi di aderire o meno all’ente bilaterale di riferimento o ad altre associazioni da essi derivate.

Ciò non toglie, tuttavia, che pur rispettando tale libertà sindacale negativa, ai lavoratori devono essere riconosciute le stesse tutele offerte dagli enti bilaterali. Ovviamente, laddove tali tutele siano espressamente previste dal contratto collettivo di riferimento. Infatti, se si ammettesse che solo i dipendenti dei datori di lavoro o delle imprese iscritte agli enti bilaterali abbiano il diritto di godere di quelle previdenze o assistenze integrative previste dagli stessi enti, si compierebbe una discriminazione nei confronti dei lavoratori delle imprese non aderenti al sistema della bilateralità, privandoli di tutte quelle tutele e retribuzioni aggiuntive che la partecipazione a tali enti garantisce. In tal caso, il principio di uguaglianza e di retribuzione adeguata verrebbe compromesso. Questo è l’aspetto innovativo che il documento di ieri del ministro Sacconi ha voluto affermare, per porre fine alle numerose incertezze sorte sull’argomento.
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