Fumare sul posto di lavoro non costituisce causa di licenziamento

Pubblicato il 28 giugno 2018

Con ordinanza n. 16965 del 27 giugno 2018, la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato l’illegittimità di un licenziamento intimato ad un lavoratore, che era stato trovato intento a fumare la sigaretta elettronica durante il turno di lavoro nel locale mensa.

In effetti al lavoratore era stato contestato l’uso della sigaretta elettronica e lo stesso aveva precedenti disciplinari, che si riferivano all’uso del cellulare, ma non gli era mai stata contestata l’illegittima sospensione dell’attività lavorativa ed il contratto collettivo prevedeva, nel caso di specie, una sanzione conservativa per il lavoratore che contravveniva al divieto di fumo indicato in apposito cartello.

Di fatto – chiariscono gli Ermellini -  fumare durante l’orario di lavoro (sigarette elettroniche o meno) non è in sé incompatibile con il contestuale svolgimento della prestazione, per cui o si contesta al lavoratore la sospensione della prestazione o, contestando la violazione del divieto di fumo, la sanzione espulsiva risulta sproporzionata.

Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

CCNL Metalmeccanica artigianato - Ipotesi di accordo del 19/11/2024

26/11/2024

Contrasto alla violenza nei confronti del personale sanitario: legge in GU

26/11/2024

Avvocati: area web in caso di notifica non effettuata per causa imputabile al destinatario

26/11/2024

Metalmeccanica artigianato. Rinnovo

26/11/2024

Testo unico rinnovabili 2024: via libera dal CdM

26/11/2024

Tabella Unica per i risarcimenti da sinistro: sì definitivo del Governo

26/11/2024

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy