Fino ad un paio di decenni fa la formazione dei lavoratori era percepita dalle aziende italiane, anche le più illuminate, come uno dei tanti balzelli cui dovevano sottostare, un inutile costo e una perdita di tempo prezioso sottratto al lavoro senza che ne venisse percepita l’enorme potenzialità per i dipendenti e, quindi, per l’andamento della produttività.
Solo un modesto 4% dei dipendenti dichiarava alla Doxa, agli inizi degli anni duemila, di volersi formare costantemente, mentre la grande maggioranza non era neanche a conoscenza delle opportunità e dei vantaggi che il settore formazione metteva a disposizione per la propria crescita professionale.
La consapevolezza dell’importanza della formazione per il lavoro era quindi ancora poco a fuoco; vediamo cosa è cambiato nel corso degli anni.
Nell’ultimo decennio il mondo del lavoro è stato caratterizzato da un rapido cambiamento dovuto, soprattutto, alla digitalizzazione e all’automatizzazione dei processi produttivi che, ad esempio con l’intelligenza artificiale, hanno avuto un impatto significativo sulle aziende ed il loro operato, creando certamente nuove opportunità ma anche nuove sfide per i lavoratori.
Ecco allora che, in questo scenario, la formazione continua si pone come un fattore cruciale per rimanere competitivi sul mercato del lavoro e mantenere le proprie competenze al passo con i tempi.
La formazione continua consente infatti ai lavoratori di acquisire nuove competenze e sviluppare le capacità di problem solving, la creatività ed il pensiero critico in quanto:
Ecco allora che la formazione continua dei dipendenti diventa parte integrante della cultura aziendale e può portare a una forza lavoro più competente, produttiva e innovativa.
Attualmente, sono diversi i CCNL che hanno compreso l’importanza della formazione continua come investimento strategico per aggiornare le competenze dei lavoratori, ma è con il CCNL del 26 novembre 2016 per i lavoratori addetti all’industria metalmeccanica privata e all’installazione di impianti che viene definita per la prima volta una serie di percorsi didattici individuali della durata complessiva di 24 ore nell’arco del triennio 2017-2019 per i lavoratori a tempo indeterminato, a tempo determinato e part-time.
La formazione diventa perciò da quel momento un vero e proprio diritto soggettivo del lavoratore per acquisire competenze tecniche, gestionali, trasversali, linguistiche o informatiche e colmare le lacune nelle conoscenze digitali favorendo l’acquisizione di abilità impiegabili nel contesto aziendale.
Le iniziative devono essere svolte in coincidenza con l’orario di lavoro e realizzate tramite l’attivazione di specifici progetti aziendali o l’adesione a fondi interprofessionali; i lavoratori interessati possono esercitare il proprio diritto alla formazione continua facendo richiesta all’azienda entro dieci giorni lavorativi dall’inizio dell’attività scelta.
Soggetti abilitati ad attivare i percorsi di formazione sono:
Per quanto riguarda la percentuale di assenza contemporanea dal lavoro da parte dei dipendenti per la frequenza alle suddette iniziative, viene stabilita una soglia massima del 3% della forza lavoro occupata nell’unità produttiva.
Sulla stessa scia del CCNL stipulato da Federmeccanica e Assistal si pone il contratto collettivo nazionale del settore elettrico che, per il periodo 2019-2022, garantisce ad ogni dipendente a tempo indeterminato almeno 28 ore di formazione continua come diritto individuale.
I Fondi Paritetici Interprofessionali Nazionali per la Formazione Continua, principale strumento di finanziamento della formazione aziendale, sono associazioni promosse dai principali sindacati che, istituite dalla legge n. 388/2000, sono finanziate dallo 0,30% delle retribuzioni soggette all’obbligo contributivo INPS quale assicurazione contro la disoccupazione involontaria.
Tra le varie funzioni, i Fondi paritetici:
Le aziende possono aderire senza costi aggiuntivi e cambiare Fondo, anche trasferendo le somme accantonate e non spese in quello di provenienza.
Allora formare è conveniente, oltre che utile!
Il Fondo Interprofessionale per la Formazione Continua FonARCom, in attuazione delle disposizioni dell'art. 118 della Legge n. 388/2000, è il Fondo di riferimento per il vigente CCNL ICT Cifa Confsal, con validità: 21/07/2021 - 20/06/2024.
Le aziende che perfezionano la propria adesione a FonARCom destineranno allo stesso una contribuzione mensile dello 0,30% sulle retribuzioni imponibili di ciascun lavoratore, senza che quindi la formazione rappresenti un costo aggiuntivo per l'azienda poiché, in assenza di una specifica adesione ad un Fondo Interprofessionali, la suddetta contribuzione è comunque da destinarsi all'INPS.
La mission di FonARCom si sostanzia principalmente in:
I principali vantaggi rispetto ad altri fondi sono:
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