Continuano spediti i lavori sulla prossima Manovra Finanziaria, con il varo ufficiale previsto tra il 14 o 15 ottobre 2019. L’intento principale del governo, come ormai noto, è quello di mettere i conti in regola per evitare di innescare le famose “clausole di salvaguardia”, che porterebbero a un aumento delle aliquote IVA (dal 22% al 25,2% e dal 10% al 13%). La Legge di Bilancio 2020, però, rappresenta uno snodo fondamentale soprattutto per quel che concerne il capitolo pensioni, con Ape sociale e opzione donna in prima linea per una possibile proroga anche per il prossimo anno.
Nulla è ancora certo, anche perché l’intento della nuova squadra di Conte è molto ambizioso: serviranno circa 23,1 miliardi di euro per bloccare l’aumento dell’IVA e altri 4 miliardi di euro per spese indifferibili. Inoltre, sono previsti 5 miliardi a testa per il taglio del cuneo fiscale e salario minimo, che rimangono saldamente in testa nel contratto di governo. Dunque, una manovra complessiva di ben 30-35 miliardi di euro. E nella continua ricerca di nuove risorse per far quadrare i saldi di finanza pubblica indicati nella Nadef spunta la tassa sulle sim card business. Infine, l’aliquota base della “nuova Imu” sarà lo 0,86 per mille, perché allo 0,76% dell’Imu di oggi si somma l’1 per mille della Tasi.
Fonti governative assicurano su una proroga per quanto riguarda l’Ape sociale. Si ricorda, al riguardo, che l’Ape sociale è stata prorogata per effetto del D.L. n. 4/2019 fino a fine anno e che necessita di un nuovo intervento da parte della Legge di Bilancio per poter essere utilizzata anche il prossimo anno.
Grazie all’Ape sociale è possibile uscire dal mondo del lavoro a 63 anni di età e con 30-36 anni di contribuzione, in base alla categoria di lavoratore (disoccupato, caregiver, invalido e addetto a mansioni usuranti). L’impegno è quello di renderlo strutturale, ampliandone anche il raggio di azione, poiché il costo non inciderà in maniera importante sul bilancio dello Stato.
Altra possibile proroga concerne un altro meccanismo di pensionamento rivolto esclusivamente alle quote rosa, ossia l’opzione donna. Al riguardo, l’intenzione è quella di prorogare anche per il prossimo anno la possibilità per le donne con 58 anni (se dipendenti), ovvero 59 anni (se autonome), che abbiano maturato almeno 35 anni d’età alla data del 31 dicembre 2018, di poter andare in pensione in anticipo.
Chiaramente, come per le scorse edizioni dell’opzione donna, chi opta per tale meccanismo vedrà calcolato l’intero assegno pensionistico con il sistema contributivo, anche laddove alcuni accrediti rientrino nel sistema retributivo.
Nei giorni scorsi è spuntata anche l’idea di una nuova tassa sui telefonini, che prevede un costo erariale di 13 euro sulle sim ricaricabili per la clientela business. Un aggravio che sarebbe, però, parzialmente compensato dall’abolizione dell’attuale tassa di concessione sugli abbonamenti.
Con il D.L. Fiscale arriva l'addio alla Tasi. La nuova Imu, infatti, accorperà la tassa sui servizi indivisibili con un'aliquota base dello 0,86 per mille. Due i problemi legati alla predetta novità:
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