Il progetto Beps (Base Erosion and Profit Shifting), elaborato dall'Ocse e già approvato ad ottobre dai ministri delle Finanze, è stato ratificato il 16 novembre dai leader del G-20 di Antalya, in Turchia.
Si tratta di un piano che accoglie integralmente tutte e 15 le raccomandazioni proposte dall’Ocse per arginare i fenomeni di elusione ed evasione internazionale imputabili prevalentemente alle multinazionali.
Il progetto Beps coinvolge circa 90 Stati che saranno chiamati a ratificarlo nel corso del 2016.
Entro il prossimo anno, gli Stati coinvolti dovranno iniziare a formulare un piano d'azione fatto di norme e convenzioni, con l'obiettivo di colmare le lacune delle legislazioni nazionali e internazionali che di solito vengono sfruttare dalle grandi multinazionali, presenti in più Stati, per convogliare i loro utili verso i paesi a fiscalità privilegiata.
Il Best practice, infatti, non ha forza di legge e per tale motivo le sue indicazioni necessitano di essere recepite all'interno dei singoli ordinamenti domestici e delle convenzioni contro le doppie imposizioni.
Il Beps si articola in 15 Action plain che mirano a individuare regole uniformi e a dare maggiore trasparenza alle operazioni con l'estero.
I punti chiave su cui poggia il piano sono i seguenti:
introdurre coerenza tra i sistemi fiscali nazionali in merito alle attività transfrontaliere;
rafforzare in maniera sostanziale gli standard internazionali e assicurare il principio che la tassazione avvenga nell’area dove è stata svolta l’attività, o creato valore economico;
migliorare la trasparenza e la certezza del diritto a favore di Stati e imprese.
Gli ambiti in cui i Paesi sottoscrittori dovranno intervenire spaziano, così, dalle stabili organizzazioni al transfer pricing, dalla tassazione dell'economia digitale all'abuso dei trattati, fino alla stretta sui regimi Cfc.
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