Estorsione per il figlio che chiede soldi, con violenza, al genitore
Pubblicato il 26 aprile 2010
Con sentenza depositata lo scorso 19 aprile, la n. 14914, la Corte di cassazione ha confermato la decisione con cui i giudici di merito avevano condannato un ragazzo maggiorenne per tentata estorsione, maltrattamenti e lesioni personali nei confronti della madre, picchiata quando rifiutava di dargli i soldi. L'imputato, disoccupato, aveva adito i giudici di legittimità sostenendo il mancato rispetto, da parte dei genitori, dell'obbligo di provvedere al suo sostentamento.
La Sesta sezione penale, tuttavia, pur ribadendo che l'obbligo dei genitori non cessa ipso facto con il raggiungimento della maggiore età ma continua fino al raggiungimento dell'indipendenza economica del figlio, ha rilevato che, nel caso di specie, non risultava affatto la prova che le somme, violentemente richieste, fossero destinate al mantenimento dell'imputato. In difetto di tale essenziale connotazione causale dell'agire – conclude la Corte – “si è nella specie verificata l'azione esecutiva e la soggettività del delitto di estorsione” e non del meno grave reato punito dall'articolo 393 c.p. per esercizio arbitrario delle proprie ragioni.