La Rete delle Professioni Tecniche ed il Comitato Unitario delle Professioni, con comunicato del 20 novembre 2018, hanno lanciato l’allarme, in quanto nel disegno di legge di bilancio 2019 non c’è traccia della norma che punta a rafforzare l’equo compenso per i professionisti ed ampliarne l’obbligo di riconoscimento a tutti i committenti, nonostante negli ultimi mesi, in varie occasioni, autorevoli esponenti dell’Esecutivo abbiano manifestato la volontà di ampliare le norme introdotte dal Decreto Fiscale e chiarite con la Legge di Bilancio 2018 in materia di equo compenso per i professionisti.
Il principio è stato, inoltre, inserito nella nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018, dove si legge che “Per contrastare il precariato si procederà anche all’estensione dell’equo compenso, introdotto con l’articolo 19-quaterdecies del D.L. n. 148/2017”.
Inoltre – si legge ancora nel comunicato - anche tutti gli emendamenti presentati da Deputati di diversi gruppi parlamentari, orientati ad inserire nell’articolato la misura prospettata dal Governo, sono stati dichiarati inammissibili per estraneità di materia.
In realtà, non solo non è materia estranea alla natura del disegno di legge di Bilancio poiché parte integrante del Documento di Economia e Finanza presentato dal Governo anche in sede comunitaria, ma la norma sull’equo compenso ha trovato la sua definizione esattamente con un’altra Legge di Bilancio, quella del 2018.
In conclusione, la Rete delle Professioni Tecniche ed il Comitato Unitario delle Professioni hanno manifestato la loro preoccupazione e chiesto che le forze politiche prestino fede agli impegni assunti con le categorie professionali, appellandosi ai relatori di maggioranza perché sottoscrivano un emendamento alla Manovra che recuperi gli intenti manifestati dal Governo nel DEF.
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