Il caso dirigenti “decaduti” dell'Agenzia delle Entrate, dopo che la sentenza della Corte costituzionale (n. 37/2015) ha giudicato illegittime le promozioni effettuate, non si arresta ed ora si è arrivati al punto che le sue ripercussioni potrebbero essere tali da creare una vera e propria spaccatura all'interno dell'organizzazione dell'Amministrazione finanziaria.
I funzionari “decaduti” dall'incarico di dirigenti si stanno muovendo presentando un maxi-ricorso per veder riconosciuta la stabilizzazione e i risarcimenti. In cifre, la richiesta dei danni avanzata contro l'Agenzia da parte dei “declassati” non è di poco conto: 20 mensilità dirigenziali, cioè circa 70mila euro pro capite, che con il riconoscimento della perdita di chance potrebbe salire a 150mila euro per ciascuno di essi. Così, moltiplicando l'importo per 400 ricorrenti sarebbero 60 milioni di euro, con la possibilità di arrivare anche a 70 milioni a carico dello Stato italiano in caso di un'eventuale sanzione che dovesse essere comminata dalla Commissione europea.
La vicenda ha avuto ripercussioni di non poco conto. Dopo la richiesta di dimissioni del Presidente dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, da parte del sottosegretario all'Economia Zanetti, che ha commentato la questione dicendo che se la Orlandi continua a manifestare il suo malessere usando anche toni aspri nei confronti delle misure previste nella legge di Stabilità e sul futuro delle Agenzie fiscali, la sue dimissioni diverrebbero inevitabili, ieri, c'è stata una presa di posizione ministeriale diversa espressa per voce del numero uno del Mef, Pier Carlo Padoan.
Il Ministro dell'Economia, in un comunicato stampa ufficiale del 26 ottobre 2015, ha voluto smorzare gli animi che avrebbero potuto accendere ancora di più lo scontro istituzionale, riconoscendo piena validità all'operato dell'Agenzia delle Entrate e al suo ruolo cruciale nella lotta all'evasione fiscale.
Nella nota si legge che il contrasto all’evasione fiscale è una priorità del Governo, indispensabile per recuperare risorse finanziarie utili a ridurre il livello medio dell’imposizione fiscale. In questo contesto, il ruolo svolto dal Fisco italiano è stato fondamentale e “le competenze maturate e consolidate dal personale e dalla dirigenza costituiscono un patrimonio che il governo intende salvaguardare”.
Apertamente, inoltre, Padoan ha riconosciuto “immutata stima nel direttore, Rossella Orlandi”, impegnata con lo stesso dicastero “nell’attività di rafforzamento organizzativo e operativo dell’Agenzia”.
Nella nota del 26 ottobre, si rivendicano poi anche le diverse novità introdotte nei 20 mesi di azione del Governo per modificare alla radice il modo di contrastare l'evasione fiscale e per incentivare sempre di più l'adempimento spontaneo da parte dei contribuenti.
Vengono, così, prese in rassegna le principali misure messe in atto: dall'attuazione della delega fiscale, all'incrocio delle banche dati, alla dichiarazione dei redditi online precompilata, alla fatturazione elettronica, al reverse charge e split payment, fino alla voluntary disclosure.
Misure queste che, secondo quanto riportato nella Nota di aggiornamento al Def, si stima dovrebbero fruttare incassi dalla lotta all'evasione erariale per circa 11,8 miliardi di euro (29% in più rispetto alle medie registrate negli anni 2012-2014).
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