Ecofin. Nuova black list dei Paesi fiscalmente non cooperativi

Pubblicato il 19 febbraio 2020

Nella riunione Ecofin di ieri, i ministri delle Finanze europei hanno aggiornato la lista dei Paesi non cooperativi nella lotta contro l’evasione fiscale.

Il Consiglio “Economia e Finanze” europeo dovrebbe rivedere la lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali almeno una volta l’anno. Tuttavia, a partire dal 2020, gli Stati membri hanno concordato che l'elenco sarà aggiornato non più di due volte all'anno per garantire un processo di verifica più stabile.

Black list: entrano 4 nuovi Paesi. La Turchia è nella lista grigia

Nella nuova black list fiscale dei Paesi extra-Ue non cooperativi e in netta violazione delle regole internazionali sono stati inseriti: le isole Cayman, Palau, Panama e le isole Seychelles, per non essersi adeguati ai principi di trasparenza fiscale richiesti entro i termini concordati.

Questi nuovi quattro Paesi si aggiungono agli otto già presenti nella lista: le Samoa americane, le isole Fiji, le isole Vergini, Guam, Oman, Samoa, Trinidad & Tobago e Vanuatu.

Rivista anche la cosiddetta lista grigia, ossia la lista delle giurisdizioni non cooperative che sono sotto esame, in quanto non ancora in regola con gli standard Ocse e che devono adeguarsi entro un certo periodo per non passare nella black list.

Dopo una lunga trattativa diplomatica, i 27 Stati membri Ue hanno raggiunto un compromesso e inserito la Turchia in tale novero dei Paesi che si stano adattando alle nuove regole, seppure in modo ancora lento e incerto. Alla Turchia è stato imposto di rispettare le regole internazionali entro la fine del 2020.

Contemporaneamente, nella seduta di ieri sono stati rimossi dalla lista grigia ben 16 Paesi che secondo il Codice di condotta Ue hanno adeguato i loro sistemi fiscali ai criteri di trasparenza europei.

L’appartenere alla black list non comporta solo un effetto negativo a livello di reputazione dei singoli Paesi, ma ha anche delle ripercussioni concrete:

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