E' legge il Decreto Giustizia: ripartenza delle udienze dal 1° luglio

Pubblicato il 26 giugno 2020

Riparte l'attività nelle aule di giustizia da mercoledì 1° luglio. Con la conversione del decreto legge 30 aprile 2020, n. 28, avvenuta il 25 giugno nell'aula della Camera con voto di fiducia, contenente varie misure relative alla giustizia – tra cui la disciplina delle intercettazioni – è stata posta fine alla chiusura delle udienze e loro obbligatorio rinvio a causa dell'emergenza Coronavirus.

Quindi, dal 1° luglio (con anticipo di un mese) nelle aule dei tribunali e delle corti giudicanti si tenta di tornare alla normalità delle udienze.

Giustizia: normalità delle udienze ma non per tutto

Riprede l’attività della giustizia a partire dal 1° luglio: il 30 giugno terminerà la fase emergenziale da Covid-19 negli uffici giudiziari.

Ma il Ministero della Giustizia ha intenzione di lasciare la possibilità di effettuare udienze da remoto. Almeno quando la situazione lo consente. Il riferimento è al rito civile, dove è richiesta solo la presenza del legale della parte.

Nel rito penale, non sarà consentita la videoconferenza nelle udienze di discussione finale e in quelle dove devono essere esaminati testimoni, parti, consulenti o periti.

Riforma delle intercettazioni

Per quanto riguarda il capitolo intercettazioni, l'entrata in vigore della nuova disciplina viene prorogata al 1° settembre.

Partenza immediata, invece, per la disposizione riguardante l’adozione del decreto del Ministro della Giustizia per indicare le modalità da seguire per il deposito in forma telematica degli atti e dei provvedimenti riguardanti le intercettazioni, nonché i termini a decorrere dai quali il deposito in forma telematica sarà l’unico consentito.

Utilizzo dei droni

Con riferimento all’ordinamento penitenziario, è previsto l’utilizzo di droni da parte della Polizia penitenziaria, al fine di assicurare una più efficace vigilanza sugli istituti penitenziari e garantire maggior sicurezza all’interno.

Permessi ai detenuti

In materia di scarcerazioni legate al rischio di contagio a causa del del Coronavirus, sono stati inseriti dei paletti per la concessione di permessi e detenzione domiciliare: devono essere sentite le strutture antimafia, locali o nazionale quando è in discussione il riconoscimento di permessi premio e detenzione domiciliare a categorie di detenuti per alcune categorie di reati, soprattutto di criminalità organizzata.

 

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