E' "discriminazione indiretta" costruire villaggi rom

Pubblicato il 10 giugno 2015

Con ordinanza n. 17035 del 30 maggio 2015, il Tribunale di Roma, accogliendo il ricorso di alcune associazioni, ha dichiarato il carattere discriminatorio del comportamento tenuto dal Comune – ordinando la cessazione della relativa condotta - concretizzatosi nella prosecuzione ed ultimazione dei lavori, nonché nell'assegnazione di alloggi abitativi in un campo autorizzato.

Il Tribunale ne ha dichiarato la natura discriminatoria per tutta una serie di fattori, tra cui, l'intervenuta stabilizzazione del campo – originariamente previsto come soluzione provvisoria – con atto amministrativo viziato da illegittimità, i cui effetti sono  stati tuttavia fatti propri dal Comune in questione.

Indicativa inoltre, la stessa ubicazione del villaggio, in estrema periferia dal contesto urbano, in zona priva di servizi e non urbanisticamente destinata ad insediamenti abitativi, bensì a verde pubblico.

Per di più, la prevalenza di etnia rom qui alloggiata e la mancanza di transitorietà, fanno si che la soluzione abitativa in questione determini un deteriore – e per l'appunto non transitorio – trattamento differenziato, anche rispetto ad altri soggetti nella medesima situazione di disagio, in violazione dell'art. 2 Cost.

Più precisamente, la realizzazione del campo rom è riconducibile alla fattispecie di "discriminazione indiretta" ex art. 1 comma 2 lett b) D.Lgs 215/2003, che ricorre quando "una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri, possono mettere le persone di una determinata razza od origine etnica, in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre".

Affinché ricorra la suddetta fattispecie – ha proseguito il Tribunale – non è infatti necessario un effettivo intento discriminatorio (quale volontà di trattar male qualcuno in ragione della sua origine razziale), ma basta un comportamento che sia concretamente idoneo a mettere le persone di una determinata razza o origine etnica, in una posizione di particolare svantaggio rispetto ad altre.  

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