Definite, per l’anno 2020, le nuove fasce di retribuzione su cui calcolare gli importi contributivi da versare all’INPS in favore dei lavoratori domestici. L’aggiornamento, in particolare, ha tenuto conto dell’indice di variazione dei prezzi al consumo stimato dall’Istat per famiglie di operai ed impiegati (FOI), risultato nella misura dello 0,5% per il biennio 2018-2019.
In via preliminare, con la circolare n. 17 del 6 febbraio 2020, l’INPS ricorda che resta in vigore la minore aliquota contributiva dovuta per l’ASpI dai datori di lavoro soggetti al contributo CUAF che, ovviamente, incide sull’aliquota complessiva. Inoltre, per i rapporti a tempo determinato continua ad applicarsi il contributo addizionale, a carico del datore di lavoro, pari all’1,40% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali.
Per comprendere quanto bisogna versare di contributi INPS, occorre innanzitutto capire che la retribuzione da considerare ai fini del versamento dei contributi del personale domestico prevede quattro determinate fasce di salario orario convenzionale, cui corrispondono altrettante fasce di retribuzioni effettive.
In particolare:
Per l’anno 2020, i valori contributivi sono stati così determinati (senza contributo addizionale):
Si ricorda, al riguardo, che per i lavoratori domestici con contratto a termine bisogna applicare il contributo addizionale, ossia l’1,4% in più, che incide sul costo contributivo.
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