E’ conforme al diritto Ue una normativa, come quella italiana, che non riconosce, per gli insegnanti precari poi stabilizzati, alcun risarcimento per l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato.
Per la Corte di giustizia Ue, risulta legittimo che una legislazione nazionale escluda, per i docenti del settore pubblico beneficiari della trasformazione del loro rapporto di lavoro a tempo determinato in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con un effetto retroattivo limitato, qualsiasi diritto al risarcimento pecuniario in ragione dell’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato.
Questo, allorché una siffatta trasformazione “non è né incerta, né imprevedibile, né aleatoria e la limitazione del riconoscimento dell’anzianità maturata in forza della suddetta successione di contratti di lavoro a tempo determinato costituisce una misura proporzionata per sanzionare tale abuso, circostanze che spetta al giudice del rinvio verificare”.
Lo hanno chiarito i giudici europei nel testo della sentenza depositata l’8 maggio 2019, con riferimento alla causa C-494/17, decidendo in ordine ad una domanda di pronuncia pregiudiziale che verteva sull’interpretazione della clausola 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999 e allegato alla direttiva 1999/70/CE, relativa, a sua volta, all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato.
La questione era stata sollevata nel contesto di una causa instaurata da un docente di musica, italiano, contro il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – MIUR, in merito al risarcimento del danno che l’insegnante asseriva di aver subito a causa del ricorso a una successione di contratti di lavoro a tempo determinato in un periodo compreso tra il 2003 e il 2015.
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