Dl Sostegni bis, nuovi contributi a fondo perduto alternativi e a conguaglio

Pubblicato il 21 maggio 2021

Approvato ieri dal Premier Draghi il nuovo decreto legge, da circa 40 miliardi di euro, che introduce misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.

Il nuovo provvedimento ribattezzato anche Decreto imprese, lavoro e professioni, si articola su 7 principali linee di azione:

  1. sostegno alle imprese, all’economia e abbattimento dei costi fissi;

  2. accesso al credito e liquidità delle imprese;

  3. tutela della salute;

  4. lavoro e politiche sociali;

  5. sostegno agli enti territoriali;

  6. giovani, scuola e ricerca;

  7. misure di carattere settoriale.

Dl Sostegni bis, il contributo a fondo perduto si fa in quattro

Tante le novità che riguardano il capitolo dedicato ai contributi a fondo perduto destinati alle partite IVA.

Innanzitutto, vengono dedicati alla misura 15,4 miliardi di nuovi indennizzi dei 40 miliardi di valore dell'intero provvedimento, con la dote complessiva che sale così a 23 miliardi di euro. Poi, sono stati aggiornati i criteri di calcolo ed è stata amplia la platea del fondo perduto.

Nello specifico, il nuovo intervento risulta più articolato dei precedenti, così da raggiungere una platea ancora più ampia di beneficiari e fornire un ristoro maggiormente in linea con gli effettivi danni economici subiti dagli operatori a causa della pandemia.

La platea dei beneficiari è, ora, individuata nei soggetti titolari di partita IVA, che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché negli enti non commerciali e del terzo settore, senza più alcuna limitazione settoriale o vincolo di classificazione delle attività economiche interessate.

Secondo il Premier Draghi, oltre 370 mila partite IVA potranno accedere ai nuovi ristori.

Per quanto riguarda, invece, la misura dell’indennizzo, si prevedono quattro linee di intervento:

Per il contributo a conguaglio sono previste risorse per 4 miliardi di euro. Esso sarà calcolato sui risultati del conto economico e concesso solamente ai soggetti con ricavi/compensi 2019 fino a 10 milioni di euro.
 Per ottenere il conguaglio sarà necessario presentare una apposita istanza, i cui termini di invio e le relative modalità saranno definiti da un provvedimento del Mef. Per trasmettere l’istanza per il contributo a conguaglio, sarà necessario trasmettere la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 31 dicembre 2020 entro il 10 settembre 2021.

Anche la quota alternativa del contributo sarà su domanda dell’interessato, che dopo aver ottenuto il ristoro automatico, incasserà la differenza sul contributo spettante.

Decreto imprese e lavoro, accesso al credito e liquidità

Un altro capitolo rilevante del nuovo decreto è quello dedicato alle imprese, con l’obiettivo di:

A tal fine, viene prorogata al 31 dicembre 2021 la moratoria sui prestiti, applicata alla quota capitale delle esposizioni oggetto di moratoria, e sono prolungati e rimodulati gli strumenti di garanzia emergenziali previsti dal Fondo di Garanzia per le Pmi e da Garanzia Italia di Sace.

In particolare, la proroga si applicherà alla sola quota capitale e non agli interessi ed, inoltre, non sarà automatica: pur non dovendo presentare una vera e propria domanda, che potrebbe essere oggetto di rifiuto, le imprese, anche quelle già ammesse alla moratoria, dovranno dichiarare l'intenzione di continuare ad usufruire dell'allungamento/sospensione delle rate, inviando una comunicazione all'istituto di credito.

Inoltre, sempre a sostegno della liquidità delle imprese, nell’ambito del Fondo Pmi, si introduce uno strumento di garanzia pubblica di portafoglio a supporto dei crediti a medio lungo termine per finanziare progetti di ricerca e sviluppo e programmi di investimento di imprese fino a 500 dipendenti. Mentre, per favorire la patrimonializzazione delle imprese, con uno stanziamento di 2 miliardi di euro, si prevede un regime transitorio straordinario della disciplina dell’ACE (Aiuto alla Crescita Economica) per gli aumenti di capitale fino a 5 milioni di euro, con la possibilità di trasformare il relativo beneficio fiscale in credito d’imposta compensabile per il 2021.

Infine, da segnalare

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