Nel complesso lavoro di messa a punto dei 590 emendamenti presentati al Dl fiscale, in Commissione finanze del Senato, anche una riformulazione di alcuni correttivi già proposti da maggioranza e opposizione per allargare il perimetro della cosiddetta Pace fiscale.
In particolare, l’obiettivo è quello di estendere il perimetro della definizione agevolata anche a chi ha trasmesso al Fisco la dichiarazione dei redditi, ma poi non è riuscito, in tutto o in parte, a versare le imposte a causa della crisi di liquidità connessa alla congiuntura economica.
La sanatoria, su cui sembra sia giunto anche il parere favorevole del Mef, si potrebbe realizzare con un’istanza telematica che il contribuente potrebbe presentare in prima persona o attraverso un intermediario abilitato, ottenendo così la possibilità di versare senza sanzioni.
La possibilità di una pacificazione con il Fisco, anche per ciò che riguarda gli omessi o carenti versamenti, si inserirebbe all’interno di un piano in cui sono fatti rientrare anche gli avvisi bonari e le irregolarità formali.
Per essi esiste già una proposta emendativa, che consentirebbe di definire le irregolarità “lievi”, per gli anni d’imposta dal 2013 al 2017, con il pagamento di 150 euro per ogni periodo. Una misura che, secondo fonti di Governo, potrebbe garantire un incasso stimato per complessivi 800 milioni.
Tra le altre proposte al vaglio della Commissione finanza, pure quella che prevede un’apertura sull’accesso ai dati della Superanagrafe dei conti correnti anche al corpo dei carabinieri, oltre che alla Guardia di Finanza.
Inoltre, per superare l’impasse creato dal divieto di cumulo tra la Tremonti ambiente e la tariffa incentivante del III, IV e V Conto energia, si sta lavorando ad una possibile nuova sanatoria da inserire nel Dl n. 119/2018.
Già da giorni, il Mise sta collaborando con il Gse, per individuare un percorso certo a beneficio delle imprese che hanno sfruttato queste agevolazioni.
Il problema riguarda, in primo luogo, gli impianti fotovoltaici di piccole e medie imprese, ossia quelli solitamente realizzati sul tetto del capannone aziendale.
Secondo le stime dello stesso Gse si tratta di circa 2mila impianti, che non possono sommare gli aiuti.
Se dovesse passare l’emendamento, invece, tali impianti fotovoltaici potrebbero avere la possibilità di sanare la loro posizione.
La sanatoria, secondo le prime formulazioni della nuova norma, prevederebbe che la fruizione della detassazione Tremonti ambiente possa essere definita con la rinuncia (tramite restituzione) al 15% della variazione in diminuzione fatta valere dal contribuente.
Nell’emendamento si specifica che l’opzione per questa definizione deve essere comunicata alle Entrate e al Gse entro il 31 maggio 2019, mentre gli importi da versare dovrebbero essere corrisposti in sei rate trimestrali a partire dal 30 giugno 2019. Inoltre, con la rinuncia così operata si determinerebbe la definizione di tutte le liti pendenti ed il riconoscimento di eventuali perdite residue da portare in dichiarazione.
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