Il Consiglio di Stato, sesta sezione, su richiesta del Ministero dei beni culturali, ha sospeso l’efficacia delle sentenze n.ri 6170 e 6171 del 24 maggio 2017, con cui il Tar Lazio aveva annullato – si rammenta - la nomina di cinque direttori di altrettanti musei in quanto, poiché stranieri, non avrebbero potuto essere ammessi alla selezione per la contesa della dirigenza (da aprirsi solo ai candidati in possesso della cittadinanza italiana).
Per effetto della sospensiva, i direttori stranieri potranno dunque continuare a svolgere il loro lavoro, almeno in attesa che, il prossimo 26 ottobre 2017 (data fissata per l’udienza) il Consiglio di Stato si pronunci nel merito.
A sostegno di questa decisione – si legge nelle ordinanze n.ri 2471 e 2472 del 15 giugno 2017 – il Supremo Collegio amministrativo ha tenuto conto del fatto che i direttori stranieri in servizio, vincitori della selezione i cui esiti sono stati impugnati, per accettare la nomina e svolgere le relative funzioni, hanno lasciato gli incarichi precedentemente ricoperti e si sono trasferiti dall’estero in Italia con le proprie famiglie. Per via delle suindicate sentenze del Tar n. ri 6170 e 6171, gli stessi sono stati costretti a dimettersi dal servizio e dunque dalla retribuzione, con immediato ed evidente pregiudizio per il loro sostentamento personale e familiare.
Per altro verso – si legge ancora - la riammissione in servizio dei controinteressati soccombenti in primo grado, nelle more della definizione del secondo grado, non risulta arrecare alcun pregiudizio agli interessi dell’Amministrazione.
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