E' stato rigettato, dalla Cassazione, il ricorso sollevato da un Procuratore della Repubblica contro le statuizioni di annullamento della misura degli arresti domiciliari e del decreto di sequestro preventivo della somma costituente profitto del reato, disposte nei confronti di un avvocato, indagato per i delitti di truffa aggravata e autoriciclaggio.
L'annullamento era stato disposto dal tribunale del riesame per difetto di gravità indiziaria.
Nel testo della sentenza n. 5787 del 6 febbraio 2019, la Seconda sezione penale della Cassazione ha ritenuto corrette le conclusioni a cui erano giunti i giudici del riesame, per quel che concerneva il difetto di un quadro dotato di adeguato spessore indiziante in ordine all'ipotizzato delitto di truffa o all'alternativa ipotesi di cui all'art. 646 cod.pen..
Carenza, questa, che impediva “la giuridica configurabilità della fattispecie di autoriciclaggio”, difettando, peraltro, un concreto interesse del ricorrente all'accertamento di legittimità circa gli incidentali dubbi espressi in merito alla sussistenza dell'illecito dall'ordinanza impugnata.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".