Il Documento di economia e finanza, il documento programmatico che delinea il quadro macroeconomico dei conti pubblici, del deficit e le strategie di politica economica per i prossimi tre anni, ha ricevuto, nella seduta del 10 aprile 2015, il via libera da parte del Consiglio dei ministri.
Il Documento è stato pubblicato sul sito del Governo in versione definitiva con le Analisi di tendenza di finanza pubblica e il Programma nazionale di riforma.
Il Def verrà, ora, prima inviato alle Camere e poi a Bruxelles, per essere esaminato dalla Commissione Ue soprattutto in relazione agli obiettivi di finanza pubblica.
Il Presidente Matteo Renzi, al termine della riunione, ha confermato gli obiettivi già indicati in precedenza, con una crescita del Pil allo 0,7% nel 2015, all'1,4% nel 2016, all'1,5% nel 2017 e all'1,4% nel 2018, ma soprattutto ha rassicurato che "non ci saranno nuove tasse".
Tra gli obiettivi indicati dal Def anche controlli più stringenti sulle prestazioni sociali a partire dagli assegni di invalidità e accelerazione dei costi standard, con le spese dei Comuni che dovranno essere tutte messe online. Dal lato dei controlli sulle detrazioni, il Governo si dice pronto a verificare le eventuali duplicazioni nelle detrazioni fiscali richieste e concesse a privati e imprese per evitare sacche di sprechi.
Ma il vero banco di prova, ancora una volta, resta il controllo della spesa pubblica (spending review), e su tale fronte il Governo ha annunciato tagli aggiuntivi per 10 miliardi sul 2016.
La cosa ha messo in allarme soprattutto i dipendenti del settore pubblico, che hanno interpretato la notizia come un possibile nuovo rinvio del rinnovo del contratto.
Nel Def c’è scritto che la spesa per i dipendenti della Pa, pari al 10,1% del Pil nel 2014 si ridurrà al 9,3%, ha sottolineato il responsabile del settore pubblico della Cgil, Michele Gentile, che ha minacciato una mobilitazione senza prendenti nel caso in cui tutto ciò si tradurrà in una mancanza di risorse per il rinnovo dei contratti.
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