E’ atteso per fine settembre il decreto fiscale d’urgenza, il cui obiettivo sarà quello di liberare risorse finanziarie da destinare alla Manovra del prossimo anno.
Nello stesso Def (Documento di economia e finanza) potrebbero essere ospitate anche alcune misure in scadenza che richiedono interventi di una certa urgenza e che, quindi, potrebbero essere varate prima dell’avvio della sessione di bilancio in Parlamento.
Per esempio, si pensa alla sterilizzazione della clausola di salvaguardia sulle accise dei carburanti inserita nel 2014, che dovrebbe scattare il 30 novembre prossimo facendo aumentare il prezzo del gasolio e della benzina così da garantire non meno di 140 milioni di euro già nel 2018. In gioco c’è anche la questione Alitalia, con la probabile proroga per la procedura di vendita, con un rinvio quasi certo di un altro mese e mezzo rispetto alla scadenza del 31 ottobre.
Flat tax – l’aumento della platea delle partite Iva da includere nella misura al momento si ferma alla soglia dei ricavi dei 65mila euro. L’Idea di portare a 100mila euro il tetto è in stand by in attesa del via libera di Bruxelles. Si tratta di commercianti, artigiani, professionisti e piccole imprese che pagheranno un’aliquota forfettaria unica del 15%, sostitutiva di Irpef, Irap e addizionali (attualmente questa aliquota agevolata si applica alle partite Iva fino a 30mila euro di ricavi nel caso dei professionisti e lavoratori autonomi e fino a 50mila euro per le piccole imprese del commercio).
Stretta sulla sanzioni – sempre più enfasi si pone alla penalizzazione dei reati tributari con l’ipotesi del carcere per gli evasori, mentre per la definizione delle liti pendenti si ipotizza uno sconto variabile sulla pretesa erariale a seconda del grado della lite.
Bonus per chi reinveste utili – si sta pensando anche ad un taglio di 9 punti dell’Ires per le imprese che reinvestono gli utili in beni e nuove assunzioni. Per favorire questo nuovo bonus fiscale potrebbe, però, essere sacrificata qualche altra misura come l’Ace (l'aiuto che premia la capitalizzazione delle imprese), che negli ultimi anni ha avuto proprio il compito di sostenere gli investimenti delle imprese.
È, comunque, pronta la bozza del nuovo piano Impresa 4.0, che però dovrebbe attendere la prossima Legge di bilancio. Lo schema prevede per l’iperammortamento dei tetti al beneficio per facilitare le Pmi; si ipotizzano tre soglie: una per le piccole imprese (sotto i 3 milioni di investimento), una per le medie e una per le grandi imprese.
Allo stesso tempo, si stanno valutando le coperture per finanziare i voucher per i “temporary manager” della digitalizzazione.
Nel decreto fiscale di fine settembre è atteso anche un pacchetto di semplificazioni che ha come obiettivo prioritario la nuova fatturazione elettronica tra i privati, la sterilizzazione delle sanzioni per tutto il 2019 e la possibile eliminazione delle comunicazioni delle liquidazioni Iva.
A ciò si dovrebbe aggiungere anche una sorta di decertificazione degli adempimenti per le imprese, come, per esempio, la riduzione dei registri cartacei estendendo a quelli contabili le stesse regole oggi in vigore per i documenti Iva, ossia si dovranno stampare solo nel caso di controlli e verifiche.
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