Il Decreto Omnibus, approvato dal Consiglio dei Ministri del 4 maggio 2023, ha trovato la strada della Gazzetta Ufficiale: Il decreto legge n. 51 del 10 maggio è sulla Serie generale, di pari data, n. 108.
Il provvedimento porta il titolo di “Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale”.
Al suo interno numerose norme tra cui: la riforma dell'ordinamento degli enti previdenziali pubblici, le disposizioni in materia di fondazioni lirico-sinfoniche, le disposizioni in materia sanitaria e di sport.
Di interesse per il settore fiscale è presente nel testo l’articolo 4 riguardante la proroga dei vari termini inerenti la rottamazione quater.
E’ dunque del tutto ufficiale che:
Per quanto riguarda la definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione, si segnala che:
Con riferimento al pagamento rateale è stabilito che:
NOTA BENE: In caso di rate, dal 1° novembre 2023 – invece che dal 1° agosto 2023 – sono dovuti gli interessi al tasso del 2% annuo.
Il Decreto Omnibus – Dl n. 51 del 10 maggio 2023 – dispone che le elezioni del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria vengano indette entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto e che si svolgano entro il 30 settembre 2023.
All’interno del Decreto Omnibus si trova anche la norma che differisce al periodo di imposta 2023 – dunque per le dichiarazioni 2024 - l'invio telematico delle schede relative all'8, al 5 e al 2 per mille; rimane ferma, però, la modalità di trasmissione (cartacea) per il periodo d'imposta 2022.
Non è, invece, presente nel Decreto legge n. 51 del 10 maggio 2023 la disposizione che era stata inserita nel testo approvato dal Consiglio dei ministri il 4 maggio 2023 relativa alla possibilità che il consiglio di amministrazione uscente di una società quotata presenti una lista di candidati per costituire il nuovo organo amministrativo.
Tale pratica è di matrice anglosassone e ha base pattizia. Ha trovato una prima applicazione in Italia nel caso Generali del 2021: in detta sede, il CdA uscente aveva proposto la composizione del nuovo organo societario, che poi è stato votato dall’assemblea.
L’inserimento di una norma che prevedesse questa manovra in un decreto legge è stato visto come l’affermazione che nell’ordinamento italiano non è contemplata; in Italia, infatti la regola è che gli azionisti hanno il potere di nominare o revocare il consiglio di amministrazione. Dunque non sarebbe stato possibile applicare la nuova regola.
Da qui, la decisione di non farla comparire nel decreto ufficiale.
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