Il decreto fiscale torna indietro, in Commissione. Non ci sono le coperture per due misure contenute nel Ddl di conversione.
Si dovranno eliminare, a meno di individuare un'adeguata copertura, la deroga di due anni al regime dei minimi (per chi supera la soglia del forfait per importi fino a 15.000 euro) e gli interventi su tutela del pubblico denaro e ingiunzioni di pagamento ai fini dell'avvio della riscossione attiva.
Ma il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Boccia, alterato per la risposta superficiale data a suo tempo dal Ministero al quale aveva fatto notare che era necessario un approfondimento sulle coperture, spiega che le due norme possono essere inserite nella legge di Bilancio. E, proprio per l'accaduto, si ripromette di chiedere per la Manovra “che ogni riformulazione che abbia una spesa sia firmata dalla Ragioneria”.
La Cna - Confederazione Artigianato e Pmi - esprime grande preoccupazione per il destino della norma sui minimi: “Sui rilievi contabili della Ragioneria devono prevalere le ragioni di chi vuole aiutare le imprese a crescere e a creare occupazione e ricchezza”.
L’impresa, nell’anno di uscita dal regime, sarebbe costretta a ricostruire tutta la contabilità ai fini delle imposte dirette, dell’Irap e dell’Iva con un notevole esborso economico.
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