Decreto fiscale: integrativa speciale. I calcoli dei commercialisti

Pubblicato il 25 ottobre 2018

All’indomani della pubblicazione ufficiale del Decreto Fiscale n. 119/18, che ha previsto la dichiarazione integrativa “speciale” al 20% (articolo 9), il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha pubblicato una nota nella quale vengono fatti i calcoli dell'impatto della dichiarazione integrativa speciale (Dis) per diverse tipologie di contribuenti.

Secondo il Cndcec i conti sono presto fatti: coloro che faranno emergere redditi che non avevano dichiarato ai fini fiscali fiscali e previdenziali, con la dichiarazione integrativa “speciale” al 20%, potranno conseguire risparmi medi tra i 9.000 euro e i 12.000 euro all’anno rispetto a quello che avrebbero pagato dichiarando fin dal principio l’intero reddito oppure utilizzando lo strumento della dichiarazione integrativa “ordinaria”, che non prevede alcuno sconto sulle imposte dovute.

A ciò, si deve aggiungere che i risparmi possono arrivare a quadruplicarsi nel caso in cui le integrazioni vengano fatte per tutti e quattro gli anni di imposta potenzialmente interessati, dal 2013 al 2016, senza contare l’ulteriore vantaggio dell’azzeramento delle sanzioni amministrative che, con la dichiarazione integrativa “ordinaria”, sarebbero risultate comunque dovute.

Cndcec, raffronto analitico tra diversi livelli di reddito

Le proiezioni pubblicate dal Cndcec sono il frutto di un raffronto analitico, operato in corrispondenza dei diversi livelli di reddito, tra quanto sarebbe stato pagato per IRPEF, addizionali regionali e comunali, IRAP e contributi previdenziali in caso di reddito dichiarato sin dal principio “per intero” e di reddito dichiarato solo in parte e, poi, integrato con la nuova dichiarazione integrativa “speciale”.

La nota dei commercialisti riporta delle tabelle in cui sono state fatte alcune simulazioni che valgono per tutte le tipologie di reddito per quanto attiene la parte fiscale; mentre, per la parte contributiva prendono quale esempio il regime proprio delle attività da lavoro autonomo e impresa per cui è prevista l’iscrizione alla Gestione separata INPS.

Miani sulla nuova sanatoria del Decreto fiscale: auspicabile un miglioramento del testo

Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, afferma: “abbiamo elaborato alcuni esempi che applicano il limite complessivo dei 100 mila euro considerando una volta sola lo stesso presupposto imponibile che viene fatto emergere per più imposte diverse. Sarebbe infatti altamente irrazionale, prima ancora che ulteriormente restrittiva, l'applicazione del limite nel senso di moltiplicare un medesimo presupposto per il numero di ambiti impositivi per cui rileva contestualmente. Sul punto sarebbe comunque auspicabile un miglioramento del testo durante l'iter parlamentare per renderlo più chiaro”.

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