Sono stati circa 900 gli emendamenti al decreto fiscale presentati da maggioranza e opposizione entro la scadenza fissata alle 9:30 di ieri. Mancano, ora, solo quelli dei relatori e del Governo che possono essere depositati anche oltre il termine indicato.
Comune l’intento delle varie forze politiche di apportare correttivi sopratutto a due articoli del decreto fiscale collegato alla prossima Manovra finanziaria: l’articolo 3 sul divieto di compensazioni e l’articolo 4 su appalti e subappalti.
Riguardo al capitolo compensazioni, si legge nelle motivazioni dei singoli firmatari la volontà di inserire dei correttivi che vadano incontro non solo alle esigenze delle partite Iva relative ai professionisti, ma anche delle imprese, per dare un segnale forte anche a tutti coloro che hanno investito e che non devono vedersi penalizzati. In quest’ottica deve essere letta la proposta di escludere dai vincoli delle compensazioni (tra crediti e debiti d’imposta superiori a 5 mila euro) i crediti relativi a investimenti in R&S e quelli relativi al Patent box.
Si vorrebbe, infatti, eliminare l’obbligo di indicare preventivamente in dichiarazione, per gli importi oltre 5mila euro, i crediti d’imposta maturati con riferimento ad alcuni particolari tipi di agevolazione fiscale.
Inoltre, sempre per dare maggiore respiro alle imprese, è stata proposta anche l’ipotesi di rivedere l’ampliamento del tetto massimo alle compensazioni, aumentando la possibilità del recupero del credito sull'Iva da 700 mila euro a un milione.
Comune a tutti i partiti di maggioranza e opposizione l’intenzione di abolire o riscrivere per intero l’articolo 4 sulle ritenute negli appalti.
Potrebbe passare la modifica dell’opposizione che, al fine di superare le difficoltà applicative introdotte dalla stretta sugli appalti, si fonda su tre obiettivi prioritari:
obbligo di comunicazione con tutti i dati di contratto di appalto e subappalto da inviare alle Entrate entro 30 giorni dalla sottoscrizione;
controlli mirati del Fisco sulle imprese in vita da meno di due anni;
introduzione di una pena da uno a 5 anni per gli omessi versamenti di ritenute superiori a 50mila euro nell’ambito dei contratti di appalto.
Un’altra modifica potrebbe essere quella di limitare la stretta ai soli appalti superiori a 200mila euro oppure estendere ad appalto e subappalto le regole già in essere per i bonifici delle ristrutturazioni edilizie, con l’applicazione della ritenuta del 4% a titolo di acconto dell'imposta sul reddito dovuta dai beneficiari.
Per superare il blocco del mercato, potrebbe passare un emendamento che vede il ritorno dei Pir secondo la vecchia disciplina, attraverso l’abrogazione delle norme inserite nella legge di Bilancio dello scorso anno e del relativo decreto attuativo.
Ferma, inoltre, la volontà di rimuovere una serie di vincoli per i Piani individuali di risparmio, attraverso il raddoppio delle soglie d’investimento che passerebbero da 30mila a 60mila euro nel limite massimo di 300mila, rispetto ai 150mila euro fissati dalla Manovra 2017 istitutiva dei Pir.
Pace fiscale sugli avvisi bonari. Tra gli emendamenti al Dl fiscale proposto anche il ritorno della pace fiscale non solo in termini di rottamazione di cartelle e liti pendenti, ma anche con una definizione agevolata degli avvisi bonari. La modifica dovrebbe interessare le imprese che, sebbene in difficoltà con il Fisco, non hanno atteso la cartella esattoriale ed hanno, comunque, intrapreso un percorso di ravvedimento chiedendo dilazioni di pagamento delle rate.
Proposto anche l’emendamento che prevede la riduzione dell'Iva sui prodotti sanitari e igienici femminili, con aliquota agevolata del 10% rispetto a quella ordinaria del 22%.
A favore dei commercianti obbligati all’uso del Pos, si propone invece una multa più contenuta pari al 4% del valore della transazione, con un tetto minimo di 20 euro. Il testo attuale del Dl fiscale, invece, prevede una sanzione di 30 euro aumentata del 4% del valore della spesa con decorrenza dal primo luglio 2020.
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