Continua l’iter del Ddl 2858 sull’equo compenso in commissione Lavoro del Senato dove ieri è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti.
Sono state poco meno di 60 le proposte di correzioni al testo e tra queste va dato rilievo a quella presentata dal presidente dell'organismo parlamentare Maurizio Sacconi, secondo il quale il riconoscimento dell’equo compenso va esteso anche ai professionisti non facenti parte di un albo.
Nell’emendamento Sacconi ritiene “manifestamente sproporzionato all'opera professionale e non equo un compenso di ammontare inferiore agli usi rilevati ed accertati con decreto del ministro dello sviluppo economico, anche avvalendosi delle camere di commercio” ed interpellate le associazioni nelle quali sono riunite le diverse categorie di lavoratori autonomi iscritte all'elenco della legge n. 4 del 2013 (all'articolo 2, comma 7), che riguarda le professioni non regolamentate.
E’ stato evidenziato come la preoccupazione di un compenso ingiusto riguardi tutte le professioni con la differenza che mentre i professionisti iscritti in Albi possono avvalersi dei parametri usati dai giudici nel contenzioso, i professionisti non regolamentati non dispongono di tali strumenti.
Pertanto, Sacconi afferma di avere fatto ricorso, per trovare una soluzione efficace, ad esperti di antitrust, abituati a muoversi negli ambiti della concorrenza, che hanno studiato un sistema che si rifà agli usi “che il ministero dello sviluppo economico può rilevare, attraverso il sistema camerale”.
Da ciò la proposta di considerare nulla ogni clausola o patto che determina un eccessivo squilibrio contrattuale tra le parti in favore del committente, prevedendo un compenso non equo.
L’esame del provvedimento riprenderà oggi ed è possibile che dalla prossima settimana si possano iniziare le votazioni in Commissione.
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