L’Associazione nazionale forense chiede di non apportare nuove modifiche al testo del Ddl concorrenza, giunto ormai allo sprint finale – si sovviene che ha ottenuto il sì della Camera lo scorso 29 giugno 2017, per passare ora alla quarta lettura del Senato – per non allungarne ulteriormente i tempi di approvazione.
Durante il lungo e travagliato iter parlamentare – si legge nella nota Anf del 24 luglio 2017 – gli Ordini, tra cui quello degli Avvocati, hanno avanzato critiche e chiesto correzioni al Ddl, in alcuni casi accolte. Resta tuttavia ancora il timore che venga concesso troppo spazio ai soci di capitale, a scapito delle garanzie professionali.
E’ spiacevole constatare – dichiara il Segretario Anf Luigi Pansini - che le censure mosse verso il disegno di legge in questione, si siano per lo più configurate come il tentativo di difendere l’esistente, ossia i diritti ritenuti acquisiti ed intoccabili. Mentre occorre, piuttosto “avere la consapevolezza che il futuro dei professionisti, in primis degli avvocati, è quello di strutture multidisciplinari con competenze trasversali, dove ci siano regole chiare e un assetto societario trasparente in mano a soci avvocati”.
Ciò detto, “l’auspicio è dunque che il Parlamento tenga la barra dritta e che la professione dell’avvocato in Italia faccia un passo avanti verso l’Europa, nel segno della trasparenza e della valorizzazione delle competenze” - conclude Pansini.
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