Dal Mef una rassegna delle diverse ipotesi di intervento sulla tassazione degli immobili
Pubblicato il 09 agosto 2013
Dopo una lunga indagine effettuata dalla Commissione Finanze del Senato sul tema della tassazione degli immobili, le cui conclusioni sono state consegnate al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, sono state elaborate alcune proposte concrete su cui il Governo dovrà misurarsi fin dai primi Consigli dei ministri, in programma dopo la pausa estiva dei lavori parlamentari.
Già nelle riunioni in calendario per il 23 agosto o al massimo per quella prima del 31 agosto, infatti, si dovrà presentare una compiuta proposta di riforma della suddetta tassazione immobiliare, le cui iniziative sono state riepilogate in un
documento redatto dal Mef dal titolo
“Ipotesi di revisione del prelievo sugli immobili”.
Il documento ha come obiettivo quello di offrire una valutazione su un’ampia gamma di ipotesi di intervento cercando di ricapitolare tutto ciò che è emerso negli ultimi mesi di dibattito parlamentare, tenendo conto delle varie indicazioni emerse, oltre che in sede di interrogazioni parlamenti, anche dai vari interventi accademici e dai rapporti con gli organismi internazionali.
Tra gli argomenti affrontati nel documento – che di certo non ha la pretesa di essere esaustivo – assumono particolare rilevanza le ipotesi di intervento racchiuse nelle proposte indicate, rispettivamente, come la n. 8 e la n. 9.
Nello specifico, le schede da 1 a 8 riguardano ipotesi di intervento sulla fiscalità immobiliare applicate a decorrere dall’anno 2014, mentre la scheda n. 9 riguarda propriamente l’abolizione del versamento della prima rata dell’Imu relativa all’anno 2013.
Proprio la riforma dell’Imu rappresenterà il fulcro di tutto il prossimo lavoro. Gli interventi spazieranno, infatti, dalla riduzione dell’aliquota dell’imposta sulle abitazioni principali da realizzare per mano dei Comuni, fino all'arrivo della service tax, alla possibilità di una deducibilità estesa almeno al 50% dell'Imu dal reddito d'impresa e all’inserimento di un "disincentivo" per gli immobili sfitti.
Prima di procedere a qualunque riforma, il Governo ha però come obiettivo quello di cancellare definitivamente, entro il 31 agosto, l’acconto Imu di giugno, che per ora è solo sospeso (come disposto ai sensi del DL 21 maggio 2013, n. 54).
A tal fine, si devono valutare le conseguenze di una possibile abolizione totale dell’Imposta valutandola alla luce di una più contenuta abolizione della sola prima rata sospesa, tenendo conto delle ripercussioni che tutto ciò potrà avere sul gettito fiscale dell’anno 2013.
L’impatto economico di tale cancellazione dell’acconto di giugno dell’Imu è, infatti, stato quantificato in una perdita di gettito per 2.426,4 milioni di euro (di cui circa 2,1 miliardi imputabili alle abitazioni principali e circa 0,3 miliardi alla componente terreni e fabbricati rurali).
Tra gli altri interventi auspicati, quelli finalizzati a un'immediata riduzione del prelievo sugli immobili strumentali. Inoltre, sono state segnalate al Governo anche altre "asimmetrie" da eliminare sia per i terreni agricoli sia tra gli immobili ad uso residenziale tenuti a disposizione rispetto a quelli dati in locazione. Infine, in programma la proposta di esentare anche le prime case dei residenti all'estero e la formulazione di “nuova regolamentazione” per gli immobili dati in comodato d'uso ai parenti di primo grado e per le abitazioni di coloro che hanno trasferito la residenza in case di cura.