Dal Governo rassicurazioni sul ritorno all’equipollenza dei dottori commercialisti

Pubblicato il 20 novembre 2013 La giornata di protesta contro le nuove regole di accesso all'esame del Registro dei revisori, che si è tenuta a Roma il 19 novembre, e che ha visto partecipare oltre mille dottori commercialisti ed esponenti delle principali sigle sindacali e di rappresentanza si è conclusa con una certezza: l’equipollenza sarà ripristinata e i dottori commercialisti non saranno più tenuti a sostenere un esame in più per accedere alla professione di revisore legale.

La rassicurazione è venuta direttamente dal viceministro all'Economia, Stefano Fassina, e dal sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta, che a nome del Governo promettono una modifica del regolamento sulla non equipollenza e il ritorno all’abilitazione automatica.

Il tutto avverrà o perseguendo la strada più complessa della modifica del regolamento oppure attraverso l’emanazione di una norma primaria che superi, per grado, la regolamentazione emanata proprio dal ministero della Giustizia di concerto con quello dell'Economia.

All’insistenza con cui la richiesta è stata avanzata dal commissario Laurini, che non ha mancato di sottolineare come l’Italia si stava apprestando a recepire una direttiva in modo anomalo rispetto agli altri Stati Ue, non è potuto così mancare l’impegno dei due esponenti dell'esecutivo a trovare al più presto una soluzione.

Il Parlamento infatti sarà ora chiamato a varare, in tempi brevi, uno o più emendamenti al comma 19 dell’articolo 1 del Dl n. 126/2013 con cui rimettere in atto la norma che consente ai dottori commercialisti di evitare ogni prova aggiuntiva, seppur semplificata, per accedere al registro dei Revisori, così come previsto dalla bozza di regolamento.

Intanto, la categoria si sta mobilitando anche sul fronte della messa in atto del Codice di autoregolamentazione per proclamare eventuali scioperi. Al momento manca solo il parere della Commissione di garanzia sulla legge che consentirà anche ai dottori commercialisti di indire scioperi nei servizi pubblici essenziali.

Appesantiti dai troppi adempimenti, vincoli burocratici, scadenza incerte e leggi molte volte contraddittorie, i dottori commercialisti potrebbero essere vicini ad una svolta epocale e proclamare al più presto il primo sciopero della categoria, come espressione del profondo disagio che da tempo gli stessi stanno vivendo e che manifestazioni come quella che si è tenuta a Roma il 19 sono solo un sintomo.
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