Con decreto direttoriale del MIMIT del 4 luglio 2024 è stata disposta la pubblicazione delle “Linee guida” di cui agli articoli 23, comma 5 del Decreto legge n. 73/2022 e 3, comma 5 del D.P.C.M del 15 settembre 2023 per la corretta applicazione del credito d’imposta in attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.
Le linee guida, contenute nell’allegato al suddetto provvedimento, seguono il decreto del 5 giugno 2024, con il quale sono stati approvati i modelli che il certificatore deve compilare per la corretta applicazione del credito d’imposta.
Il quadro normativo riguardante il credito d’imposta Ricerca e Sviluppo 4.0 si può, dunque, considerare completo: dopo che i certificatori degli investimenti agevolabili hanno potuto scaricare e consultare i modelli riferiti alle diverse tipologie di investimenti e attività e ai diversi settori e comparti economici, sono ora a disposizione le Linee guida integrative per applicare adeguatamente il tax credit.
Le Linee guida sono state redatte basandosi non solo sulla suddetta normativa, ma anche sul decreto emanato dal Ministro dello Sviluppo Economico il 26 maggio 2020 e sul decreto emanato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, in concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico, il 27 maggio 2015. Inoltre, tengono conto della normativa comunitaria, dei principi generali e dei criteri contenuti nel Manuale di Frascati e nel Manuale di Oslo, e della prassi interpretativa.
ATTENZIONE: Le Linee Guida non sono definitive, ma saranno successivamente integrate al fine di tener conto di casi concreti, determinate tipologie di attività oltre che fattispecie particolari; inoltre saranno periodicamente aggiornate anche per valutare eventuali successive modifiche normative e nuovi interventi di giurisprudenza e prassi.
Le Linee guida, composte da 44 pagine, mirano a fornire indicazioni generali e trasversali sui criteri che i valutatori devono seguire nella certificazione dei crediti d'imposta, inclusi quelli relativi al quinquennio 2015-2019.
La sezione dedicata alla Ricerca e sviluppo, infatti, è divisa in due parti:
Le Linee Guida sono strutturate in quattro sezioni principali:
Il Manuale di Frascati rappresenta un riferimento fondamentale per la definizione delle attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) a livello internazionale.
In breve si può riassumere che tale manuale, pubblicato dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), è una guida metodologica che fornisce criteri e definizioni standard per la raccolta e l'interpretazione dei dati sulla R&S. Introdotto per la prima volta nel 1963, il manuale è stato aggiornato più volte per riflettere le evoluzioni nel campo della R&S.
È ampiamente utilizzato a livello internazionale per classificare e misurare le attività di R&S, assicurando coerenza e comparabilità dei dati tra i vari paesi.
I principi chiave del Manuale di Frascati includono la novità, la creatività, l'incertezza, la sistematicità e la trasferibilità/riproducibilità delle attività di ricerca.
Tale approccio è stato consolidato nel tempo, con il MISE e l'Agenzia delle Entrate che hanno stabilito che le definizioni normative interne delle attività eleggibili siano mutuate dai criteri comunitari e internazionali descritti nel Manuale di Frascati. Questo garantisce una coerenza nella classificazione delle attività e facilita l'applicazione delle normative per le imprese e i certificatori.
Nelle Linee Guida viene inoltre precisato anche quali sono le attività che non possono essere ricondotte tra quelle di R&S che beneficiano del tax credit.
In particolare, si specifica che sono escluse dalla R&S le attività intraprese per copiare, imitare o decodificare, in quanto queste azioni mirano ad acquisire conoscenza già esistente e non nuova (cfr. Manuale di Frascati, par. 2.15 riguardo al cosiddetto Reverse Engineering).
Allo stesso modo, sono escluse le modifiche ordinarie o periodiche apportate a prodotti, processi o servizi esistenti, poiché tali attività routinarie mancano di creatività, idee originali e incertezza.
Per ottenere l’agevolazione, che come detto consiste in un credito d’imposta che ha l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese stimolando gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, anche nell’ambito del paradigma 4.0 e dell’economia circolare, design e ideazione estetica, le imprese devono presentare un’apposita certificazione.
Tale certificazione deve attestare la qualificazione degli investimenti (cosiddetto Bollino blu), in modo che questi possano essere classificati come attività di ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, e design e innovazione estetica ammissibili al beneficio.
Con la pubblicazione delle Linee guida, il MIMIT ha anche informato che, a partire dalle ore 14:00 dell’8 luglio 2024, i certificatori potranno inviare tali certificazioni tramite la piattaforma dedicata.
La certificazione consente alle imprese di ottenere un ''bollino blu'' per i progetti di ricerca e sviluppo, fornendo maggiore certezza sulla validità del credito d'imposta.
Questa certificazione è pensata per mettere le imprese al riparo in caso di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. Con il via libera alla piattaforma per l’iscrizione all’Albo dei certificatori dei crediti d’imposta per queste attività, le imprese possono ottenere questa certificazione sia per le attività già effettuate e per le quali si è già fruito dell’incentivo, sia per quelle future.
Il processo inizia con la dichiarazione delle imprese di voler usufruire del "bollino blu" e la scelta del certificatore.
Sebbene il "bollino blu" rappresenti un aspetto tecnico, esso è fondamentale per risolvere i frequenti conflitti tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti sulla corretta identificazione delle attività agevolabili. La certificazione, infatti, aiuta a chiarire e confermare la qualificazione delle attività di R&S&I, facilitando il riconoscimento dei benefici fiscali e riducendo le possibilità di contestazioni durante gli accertamenti.
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