Corte europea di Strasburgo. Condannata l’Italia per confisca terreni

Pubblicato il 30 giugno 2018

Italia condannata per aver confiscato terreni dove si era costruito abusivamente.

La denuncia arriva dalla Corte europea dei diritti dell’uomo che ha sostenuto come il nostro Stato non avrebbe potuto dare seguito alla confisca senza prima procedere alla condanna dei soggetti responsabili.

Con la sentenza del 28 giugno 2018 ha stabilito che è stato violato il diritto al rispetto della proprietà privata, non essendo le quattro società a cui sono stati confiscati i terreni – si tratta di Punta Perotti (Bari), Golfo Aranci (Olbia), Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro (Reggio Calabria)  - mai state imputate in processi riguardanti il reato di abusivismo.

In sostanza, la Grande Camera ha affermato che la confisca urbanistica va parificata ad una sanzione penale, da irrogare solo in presenza di precise garanzie, prime fra tutte la chiarezza dei divieti e la prevedibilità delle conseguenze, nonché il coinvolgimento processuale del titolare dei beni.

La confisca è state ritenuta una misura sproporzionata presa in violazione del principio di legalità e di proprietà.

La Corte di Strasburgo si è riservata di decidere in un secondo momento sull’entità del risarcimento.

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